Perché facciamo pochi figli? Non è una questione di soldi

Il problema dura ormai da tempo. Siamo in piena denatalità ma la questione economica non è la risposta giusta: è quando si è cominciato a programmarli che si sono rarefatti 

Ferdinando CamonFerdinando Camon
Culle sempre più vuote in Italia: siamo in piena denatalità
Culle sempre più vuote in Italia: siamo in piena denatalità

Il problema dura ormai da tempo: facciamo pochi figli. Siamo in piena denatalità. La risposta di tutti è: perché i figli costano. È la risposta di tutti, quindi tutti la prendono come la verità. Fare figli è una questione di soldi, se hai soldi fai figli, se no non li fai.

È così? Risposta sbagliata. Io vengo dalla campagna e le famiglie contadine hanno sempre fatto molti figli, eppure non avevano soldi, i loro figli facevano i migranti e andavano a lavorare in Francia. I soldi non c’entrano. Le equazioni che saltano fuori sono queste: famiglie contadine, povere, molti figli; famiglie cittadine, benestanti, pochi figli. Il fatto è che la famiglia contadina era inconcepibile senza o con pochi figli, averne era considerato l’unico modo per vivere una vita piena, degna di questo nome. Se di una coppia si diceva: «Non hanno figli» o «Hanno un solo figlio» o «Due», scattava la domanda: «Come mai?».

Zanzotto nella sua area trevigiana raccoglieva la confessione di una donna che esprimeva la sua vita sessuale e generativa con questa formula: «Fioi quanti el vole (suo marito), ma basi e robazze gnente da fare».

Era il modo cattolico-veneto di risolvere l’intrigo di sessualità e generatività. La generatività non era per niente collegata alla sessualità. E non lo è neanche adesso. Non è che i figli «vengono quando vogliono», non è così. I figli vengono quando vogliamo noi.

I miei figli hanno un amico che sulla programmazione dei figli ha costruito una fortuna: riesce a far avere figli anche alle coppie che si credevano sterili, non solo, ma riesce anche a fargli avere un figlio del sesso che preferiscono. È un padovano, lavora a Los Angeles e fa una barca di soldi. Vanno nel suo studio da tutto il mondo.

I figli erano numerosi quando venivano come volevano, quando si è cominciato a programmarli si sono rarefatti. La vita non ha più l’importanza che aveva una volta.

Una volta la vita che nasceva dava importanza alla vita da cui nasceva. Non è più così. Una volta una coppia aveva importanza in base ai figli che aveva, questa valutazione è scaduta, adesso una coppia vale o non vale di per sé. I figli non sono più così importanti. Se ne fanno meno perché valgono meno.

Fare pochi figli ieri sarebbe stato un dramma, oggi è normalità. Io, che amo i figli, dico: viviamo in una normalità drammatica.

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