In Europa siamo accerchiati da guerre a oltranza

In Congo come in Sudan e in altre parti del mondo siamo da tempo di fronte a conflitti interminabili, e adesso anche in Europa e in Medio Oriente sembra arrivata l'ora delle guerre senza fine, scatenate da tiranni o aspiranti tali

Peppino OrtolevaPeppino Ortoleva
Operatori della Mezzaluna Rossa dopo un raid di Israele (foto Ansa)
Operatori della Mezzaluna Rossa dopo un raid di Israele (foto Ansa)

Nel suo ego smisurato Donald Trump vuole, al tempo stesso, essere il vincitore delle guerre e l'uomo della pace. Così ha dichiarato un cessate il fuoco tra Israele e Iran, e quando entrambi i contendenti hanno ricominciato a colpirsi ha aggrediti verbalmente (e volgarmente). Poi dichiara che la tregua ora regge. Ma per quanto?

Intanto, nel Congo orientale è stata annunciata, sempre sponsorizzata da Trump, una "pace" che è assai difficile riesca a rendere vivibili quelle regioni dilaniate tra le tante diverse fazioni che se le contendono, tutte martoriando la popolazione civile con saccheggi, stupri, massacri.

La realtà è che in Congo come in Sudan e in altre parti del mondo siamo da tempo di fronte a conflitti interminabili, e adesso anche in Europa e in Medio Oriente sembra arrivata l'ora delle guerre senza fine, scatenate da tiranni o aspiranti tali che hanno chiaro non che cosa vogliono ottenere con le loro azioni di sterminio, ma solo lo scopo di restare sempre al potere.

Perché sanno che il ritorno della pace renderebbe possibile una loro caduta, e questo potrebbe anche costringerli a rispondere dei delitti commessi.

Così Putin, dopo avere scatenato l'aggressione in Ucraina convinto di poterla annettere in pochi giorni, continua a escludere ogni possibilità di trattativa che non implichi la totale vittoria. Anche se ogni chilometro di terra "conquistata" costa migliaia di morti e feriti al suo esercito, in aggiunta al milione a cui si è già arrivati. È proprio e solo grazie a una guerra interminabile che conta di restare al comando.

E qual è l'obiettivo di Netanyahu nello sterminio per bombe e per fame che conduce da mesi a Gaza? Non quello di espellere i due milioni di abitanti, anche perché sa bene che nessuno li vuole, meno di tutti gli stati arabi confinanti. Non quello di "ripulire" Gaza da chi ci vive - come vorrebbero i deliri razzisti di alcuni componenti del suo governo - perché i massacri gli stanno alienando anche Paesi un tempo amici. Vuole tenere Israele in permanente stato di guerra, altrimenti rischia di passare dal potere alla galera. Nella stessa logica ha deciso di aprire un nuovo fronte in Iran, in nome della «sopravvivenza dello Stato ebraico».

A quale pace poi mira l'azione di guerra americana sui siti nucleari iraniani? Trump vuole un Iran "semplicemente" reso innocuo, un cambio di regime a cui dichiara di non mirare, una sorta di protettorato americano nella regione? È probabile non lo sappia. Ad aggravare il problema c'è il fatto che la politica americana degli ultimi decenni è stata tutta condizionata dalla pura e semplice incompetenza dei suoi leader: quella dimostrata da George W. Bush decidendo di invadere Iraq e Afghanistan, da Biden nella fuga indecorosa dallo stesso Afghanistan, e ora quella che Trump evidenzia verso ogni parte del mondo dal Canada al Medio Oriente. Come si può pensare che il "portatore di pace" sia capace di porre termine ai conflitti in cui lui stesso si sta invischiando?

Ma le guerre senza fine sono anche guerre senza senso e anche per questo più atroci. E si alimentano fra loro, in una spirale di conflitti per i quali è sempre più difficile immaginare un tavolo di pace. La congiuntura storica in cui siamo ricorda sempre più le parole del Macbeth di William Shakespeare: «Un racconto narrato da un idiota, pieno di fragore e furore. Che non significa niente».

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