Nel Pd tornano correnti e scontri: Schlein al centro del nuovo risiko interno

Dopo tre anni di tregua, riparte il dibattito tra riformisti e maggioranza. Da Milano a Prato fino alle convention di Eupilio e Montepulciano, si moltiplicano le iniziative interne mentre resta irrisolta la domanda di fondo: chi guiderà il centrosinistra nel 2027?

David AllegrantiDavid Allegranti

Dopo quasi tre anni di segreteria Schlein e di pace armata, il Pd ha ricominciato a discutere. Quasi come un tempo, quando l’iniziativa politica del leader di turno veniva criticamente accompagnata da dichiarazioni quotidiane, interviste, contromanifestazioni, post sui social. Al contempo, sono ri-rinate le correnti. Non una parolaccia, né un’invenzione contemporanea: la Dc era costruita sulle componenti dei leader (Iniziativa Democratica di Amintore Fanfani; Primavera di Giulio Andreotti; Centrismo Popolare di Mario Scelba, e via così).

Le correnti servono, ha scritto una volta sul quotidiano Europa Antonio Funiciello, già capo dello staff di Paolo Gentiloni alla presidenza del Consiglio: «Sono indispensabili. E non c’è niente di male se costruiscono protezione tra i correntisti, purché questi siano legati da un vissuto culturale comune». Le correnti «costituiscono naturalmente un sistema di convenienze reciproche fondato su convinzioni condivise. Le filiere, viceversa, costruiscono un sistema di convinzioni fondato su convenienze».

I riformisti hanno dato vita a più di una corrente. Prima c’era solo quella di Energia Popolare, nata dalla sconfitta di Stefano Bonaccini alle primarie del 2023. L’atteggiamento troppo consociativo con la segreteria nazionale ha tuttavia alimentato per mesi il malessere di altri riformisti (Giorgio Gori, Pina Picierno, Lorenzo Guerini e altri), che hanno rotto con Bonaccini e si stanno organizzando con iniziative pubbliche. Prima a Milano, a fine ottobre, poi in tutta Italia. Domani e domenica LibertàEguale si ritrova a Eupilio, Como. Il 29 novembre i riformisti sono a Prato, convocati dal neo-consigliere regionale toscano Matteo Biffoni (mister 22.155 preferenze).

Il presidente del Pd non ha accolto positivamente le critiche arrivategli dai suoi colleghi, ha parlato di un «riformismo di Palazzo» e di un «riformismo di popolo», sostenendo di rappresentare il secondo e non il primo. L’alternativa interna a Schlein dunque passerà anche da questo duello.

Nello stesso fine settimana, dal 28 al 30 novembre, a Montepulciano, sempre in Toscana, si ritroveranno Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Speranza, in versione vecchio Correntone: vicini alla segretaria Schlein, ma pronti anche a trovare un’alternativa se con l’avvicinarsi delle elezioni politiche venisse confermata l’impressione di Romano Prodi: non esiste un’opposizione credibile al governo di Giorgia Meloni.

Il che si traduce con una domanda che il Pd nazionale non vuole ascoltare: Schlein è in grado di governare l’Italia? L’ex presidente del Consiglio dice di no, ma non è l’unico. Qui sta il punto: mentre i sostenitori della segretaria liquidano le critiche politiche rivolte a Schlein, relegandole ad attacchi personali di qualche vecchio politico, il problema rimane. Nel 2027 ci saranno le politiche e il centrosinistra, o Campo Largo, non ha un o una leader pronto a guidarlo. Giuseppe Conte è un avversario insidioso, in caso di possibili primarie, e ha già iniziato a smarcarsi su questioni importanti come sicurezza e fisco. —

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