Gli abiti di Giorgio Armani come spirito dei tempi
L’innovazione di Armani è stata filosofia della comunicazione, che dello spirito borghese novecentesco ereditava l’idea di rigore e precisione geometrica, al pari di una metodologia e di un’etica del lavoro, per venire reinventata in chiave postmoderna


Giorgio Armani, what else? È questo lo slogan che si potrebbe scippare a un altro George (Clooney) per indicare il suo monumentale apporto all’eleganza e allo stile.
Cos’altro, appunto? Un frame interpretativo della sua opera e, al medesimo tempo, descrizione del suo approccio che, in un’alta moda nazionale fondata, a suo tempo, sull’accumulazione di segni e ornamenti secondo un format barocco e degli standard irraggiungibili per chi doveva indossare il vestito, ha introdotto l’atto del levare e del togliere anche per venirgli incontro.
Stiamo parlando di quel minimalismo sobrio e austero, spesso basato su nero e colori scuri, supremamente elegante, divenuto sua cifra per antonomasia. Attraverso cui ha rifondato la moda maschile e promosso la contaminazione dei generi. Ha inserito elementi maschili nel guardaroba femminile, giocando a mixare tagli, accessori, motivi mai per stupire gratuitamente. L’innovazione di Armani è stata filosofia della comunicazione, che dello spirito borghese novecentesco ereditava l’idea di rigore e precisione geometrica, al pari di una metodologia e di un’etica del lavoro, per venire reinventata in chiave postmoderna.
Armani era un professionista scrupoloso e instancabile: controllava e ricontrollava ogni dettaglio spinto dall’anelito alla perfezione. Che non è di questo mondo, ma se appunto così è, l’arte di Armani, nel suo campo, ha identificato ciò che vi si è avvicinato di più.
E che, partendo dalla moda, si è allargato per cerchi concentrici andando a esplorare altre strade, come quella dei locali per la socialità e il tempo libero, oltre che degli store. Come è stato per l’Armani Hotel di Milano, dove nel 2000 aprì il primo ristorante Nobu italiano, unendo il tratto minimalista degli arredi a una cucina asiatica che della sottrazione faceva carta d’identità. E come aveva fatto di recente acquistando La Capannina in Versilia, per rilanciare uno dei simboli delle estati borghesi del Secolo breve.
Da un lato, icona potentissima, e simbolo dello stile nazionale nel Villaggio globale, seguito in ogni gesto e parola dai media internazionali. Dall’altro, sobrietà e silenzio: il ricovero ospedaliero tenuto segreto, e la scelta di continuare a lavorare sino agli istanti finali.
Lo stile di vita personale ha rappresentato l’ispirazione anche della sua attitudine comunicativa. Non esiste altra figura creativa della moda che abbia saputo svolgere un’influenza pari a quella di Re Giorgio, e l’unica comparazione possibile – dicono gli specialisti – è con Coco Chanel. Armani ha liberato il genere femminile sotto tanti profili. E ha tradotto il proprio tempo in abiti: la capacità della moda di catturare la contemporaneità.
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