La strategia della premier: ora Meloni punta al centro
È in corso un riposizionamento tattico che tradisce ambizioni di egemonia: c’è del resto qualcuno, tra i leader di governo degli ultimi trent’anni, che non abbia accarezzato l’idea di resuscitare la Dc?

Il quesito aleggia da tempo, ed è tornato d’attualità, in questi giorni, con la nomina dell’ex-segretario della Cisl, Luigi Sbarra, a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Meloni sta occupando il centro?
Secondo il Presidente del Senato La Russa, che respinge le accuse di estremismo rivolte alla maggioranza e al governo, il fenomeno-Meloni porta valori “sicuramente, chiaramente, nettamente di destra” verso il centro. Ipse dixit.
Ed è difficile negare che, dopo l’arrivo a Palazzo Chigi, la leader di FdI abbia avviato un processo di moderazione, almeno nei toni e nello stile. Una trasformazione imposta dal ruolo. Spiegata dalla strategia: quella di riempire lo spazio un tempo occupato dagli alleati, e lasciato scoperto dagli avversari.
È una strategia che tradisce ambizioni di egemonia: c’è del resto qualcuno, tra i leader di governo degli ultimi trent’anni, che non abbia accarezzato l’idea di resuscitare la Dc? Come ha sottolineato ieri Luciano Capone sul Foglio, il progetto di Meloni passa anche attraverso il dialogo con organizzazioni di tradizione centrista e cattolica. Il percorso della leader, naturalmente, parte da “altre” coordinate politico-ideologiche. Ancor più quello della destra post-fascista.
Così come è innegabile che populismo e radicalismo abbiano costruito ingredienti chiave del successo della premier. Riemergono ancora oggi, ciclicamente. E anche questo, oltre che rivelatore del persistente richiamo della foresta, è parte di una strategia.
Cos’è, allora, quello di Meloni: populismo di governo, estremismo di centro? Peculiare combinazione di moderatismo e radicalismo? Quando si maneggiano queste categorie, è quasi sempre una questione di gradazioni. Si tratta, cioè, di individuare come vengono dosate, nella miscela che compone il profilo di ciascun soggetto politico. Tenendo conto che tale profilo viene continuamente ridefinito e adattato. Stiamo poi parlando del bagaglio ideologico, dei contenuti programmatici, dello stile di comunicazione? Guardiamo al profilo della classe politica o a quello degli elettori?
In termini elettorali, è evidente come Meloni occupi oggi lo spazio che in Italia, dall’avvio della Seconda Repubblica, è stato occupato dal centro-destra. Tra le persone che votano FdI prevale la componente di chi si dichiara di centro-destra, rispetto a quella di chi si dice di destra. E non è un caso che si torni a discutere della natura del melonismo proprio nei giorni in cui ricorre l’anniversario della morte di Berlusconi.
La Presidente del Consiglio è sicuramente erede dell’esperienza dei governi del Cavaliere. Ma è anche espressione di una storia e di un presente profondamente diversi. Le Figaro Magazine, che le ha dedicato l’ultima copertina, la definisce “di destra, cattolica e liberale…” Non sappiamo dove porterà questo sforzo di ri-posizionamento. Se andrà oltre le scelte comunicative e l’adozione di una postura istituzionale.
Se Meloni vorrà (e saprà) spostare, anche solo di poco, la cultura politica della destra verso il centro. Quel che è certo è che lei, in questo momento, si trova al centro del centro-destra. Al centro della scena politica. Ed è determinata a restarci a lungo.
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