L'Italia chiamò, nessuno rispose
Ecco quali sono le ragioni di tante diserzioni – a partire da quella di Claudio Ranieri per finire a Stefano Pioli – che in queste ore sta raccogliendo, attonito e sconcertato, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina


L'Italia chiamò, nessuno rispose. Quali sono le ragioni di tante diserzioni – a partire da quella di Claudio Ranieri per finire a Stefano Pioli – che in queste ore sta raccogliendo, attonito e sconcertato, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina?
La realtà è che l'azzurro è diventato tenebra (come nel romanzo dell'inarrivabile Giovanni Arpino) a causa delle due consecutive assenze mondiali. Il rischio di incorrere nella terza – dodici anni, quasi una generazione – è tale che pochissimi intendono mettere a repentaglio faccia e carriera.
Forse una presunta incompatibilità ha consigliato il dietrofront di Ranieri, dopo che tutto faceva propendere per l'incarico di ct e la consulenza ai Friedkin.
Sta di fatto che la notte ha avuto un effetto devastante sulla futura guida tecnica, perché la federazione si è ritrovata senza il candidato certo e con in mano una serie di alternative deboli.
Lo era lo stesso Pioli, nel frattempo promessosi alla Fiorentina, che gli ha offerto tre anni di contratto a una cifra probabilmente più alta di quelle possibili in azzurro.
Le verità, dunque, sono due. La prima: come dimostrato da Roberto Mancini, alla nazionale italiana, da un po' di tempo, si può rinunciare per i soldi, spesso per le prospettive, in molti casi per la durata dei contratti. Tre elementi strettamente connessi
La seconda: dopo l'ingaggio di Carlo Ancelotti da parte della nazionale brasiliana, abbiamo assistito a un rimescolamento delle panchine (ben quindici) con il rientro di Allegri (Milan) e di Sarri (Lazio), lo spostamento di Gasperini (dall'Atalanta alla Roma). Tutto ciò ha portato all'impossibilità di vagliare nomi e obiettivi graditi e credibili.
Tanto per fare un esempio, credo che Allegri pensi da tempo alla Nazionale e, se fosse stato libero, avrebbe detto sì, anche a rischio di bruciarsi le ali.
Certo De Rossi (che nulla ha fatto da allenatore se non raccogliere due esoneri) o Gattuso (che almeno ha guidato Milan e Napoli, vincendo una Coppa Italia), sono pronti ad accettare. Ma temo sia più quel che la Nazionale darà loro del contrario.
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