L’intesa Ue-Mercosur è un’opportunità per le imprese: ecco perché

Le preoccupazioni di alcuni agricoltori europei sono legittime, ma la risposta politica non può essere il blocco dell’accordo commerciale a danno di tutti gli altri

Giancarlo CoròGiancarlo Corò
Una protesta degli agricoltori contro l'accordo Ue-Mercosur
Una protesta degli agricoltori contro l'accordo Ue-Mercosur

Da oltre 25 anni una minoranza agguerrita di agricoltori tiene in scacco l’Europa su un accordo commerciale con l’America Latina che porterebbe vantaggi economici, tecnologici e geopolitici per entrambe le sponde dell’Atlantico.

La riduzione, quando non l’eliminazione dei dazi tra Ue e Mercosur aprirebbe infatti a consumatori e imprese una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, rendendo possibile agli europei l’accesso a materie prime e risorse minerarie fondamentali, con benefici in termini di prezzo, varietà e sicurezza degli approvvigionamenti. Al contempo le economie dell’America latina trarrebbero grandi vantaggi dall’acquisizione di beni industriali, tecnologie e servizi prodotti in Europa.

Il semplice confronto del commercio europeo tra Nord e Sud America fa capire il grande potenziale di sviluppo che l’accordo potrebbe portare: nel Mercosur le imprese europee esportano oggi un valore pari a un decimo di quello destinato agli Stati Uniti, a fronte di una popolazione quasi equivalente. Lo sviluppo sarebbe inoltre potenziato dalle complementarità produttive.

Le preoccupazioni di alcuni agricoltori europei sono legittime, ma la risposta politica non può essere il blocco dell’accordo commerciale a danno di tutti gli altri. In primis 450 milioni di consumatori, che vedrebbero ridurre i costi di beni alimentari e aumentare la possibilità di scelta. Poi per la stragrande maggioranza di imprese industriali e di servizio, per le quali si aprirebbero sia promettenti mercati di sbocco sia aree di fornitura di materie prime critiche, fra cui le terre rare e il litio per le batterie.

Tuttavia, anche molte imprese agricole e dell’industria alimentare italiana potrebbero trarre vantaggio, purché sappiano rinnovare un modello di business autarchico che ne limita fortemente lo sviluppo. L’idea che la qualità alimentare sia legata all’origine dei prodotti – come propone un concetto ristretto di Made in Italy – non è sbagliata, ma non è nemmeno assoluta. Intanto perché i consumatori devono essere liberi di scegliere il rapporto tra qualità e prezzo dei prodotti, lasciando loro valutare quanto il luogo d’origine sia importante. In questo caso si pone semmai un problema di informazione quanto più trasparente per il consumatore, che può essere fornita attraverso tecnologie blockchain già diffusamente impiegate nelle filiere alimentari.

La qualità riguarda tuttavia anche l’organizzazione dell’offerta. Il successo di molti prodotti di punta dell’Italian food – come Nutella, pasta, formaggi, salumi, olio, confetture – dipende in misura significativa da materie prime provenienti dall’estero, in quanto in Italia le forniture sono limitate da vincoli di terra e lavoro. La qualità, in questo caso, viene assicurata da know-how. Va inoltre riconosciuto che le imprese più innovative della produzione alimentare italiana hanno da tempo esteso la loro presenza internazionale.

Perché allora non vedere nell’accordo con il Mercosur anche un’opportunità per lo sviluppo della produzione internazionale dell’industria alimentare italiana? Alcune imprese possono infatti adottare strategie di crescita oltre frontiera per superare i limiti produttivi imposti dalla scarsità di terra e lavoro in Italia. Questa strategia consentirebbe di valorizzare le conoscenze produttive italiane con l’obiettivo di servire mercati molto più ampi. Del resto, come sarebbe altrimenti possibile recuperare la domanda globale che oggi si rivolge all’Italian sounding, se non ampliando la produzione italiana di qualità a prezzi accessibili?

In questa prospettiva l’accordo Ue-Mercosur diventerebbe un’opportunità proprio per la componente più dinamica dell’industria italiana, che grazie alla crescita oltre frontiera potrebbe aumentare le risorse da investire in casa su innovazione, qualità e lavori ben pagati. —

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