Cortei pro Pal, quei giovani che un giorno ci guideranno

I giovani che sono stati l’anima della Flotilla, e che forse, insieme ai loro tanti coetanei scesi per le strade, riusciranno a invertire la rotta, a diventare loro la nuova e prossima guida di questo mondo. Una generazione più saggia e più libera

Roberto Ferrucci
Il corteo Pro Pal a Venezia
Il corteo Pro Pal a Venezia

L’altra sera a Venezia, al presidio in solidarietà con la Global Sumud Flotilla, davanti al monumento della Partigiana di Castello, è intervenuto un signore anziano, ha preso il microfono davanti a forse un migliaio di partecipanti e, con voce rotta dall’emozione, ci ha tenuto a dire grazie.

Ha ringraziato le centinaia e centinaia di giovani presenti lì e tutti quelli che in ogni città d’Italia sono scesi subito in piazza, non appena giunta la notizia del blocco e dei conseguenti arresti della Flotilla, in acque internazionali, da parte dell’esercito israeliano.

Li ha ringraziati con emozione, il signore anziano di Castello, perché ciò che risulta più evidente in queste settimane è la mobilitazione sempre crescente da parte soprattutto dei più giovani, di quella generazione accusata di pensare soltanto al telefonino e all’happy hour.

Stanno rispondendo a tutti quelli – spesso più grandi di loro, più adulti – che dicono che tanto non serve a niente, che non serve bloccare una città per ciò che sta accadendo in Palestina. E smentiscono anche coloro che li liquidano soltanto come attivisti.

Chi è sceso in piazza al loro fianco sa che non è così. Che si tratta di semplici studenti, studenti di scuola superiore oppure universitari, e al loro fianco adulti scesi lì per esasperazione e vergogna. Gente qualunque, insomma. Vengono definiti attivisti per sminuire il fatto che si tratta solo di società civile.

Giovani, che davanti a loro vedono un futuro che vogliono – esigono – sia diverso da quello che una classe dirigente vecchia e imbolsita gli sta offrendo.

Dei vecchi che non hanno più nulla da perdere, che non hanno futuro, il cui ego smisurato impedisce loro di occuparsi del futuro degli altri.

Le migliaia e migliaia di giovani in strada in questi giorni, il futuro ce l’hanno, lo possiedono, e non accettano sia quello che i vari Donald Trump, Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu gli stanno prefigurando. Come dargli torto? Noi, più grandi di loro, la generazione cerniera, non siamo stati in grado di prendere il posto dei vecchi al comando, di fare da ponte.

Le generazioni del futuro sanno che la rotta va e deve essere invertita. La rotta che ha indicato la Flotilla.

Quei ragazzi sono ancora una minoranza? Certo, molto probabile. Però una minoranza attiva (e non attivista), una minoranza propositiva, che studia, che si informa, che si impegna e che un giorno potrà indicare una nuova via alla maggioranza che non è più silenziosa, ma confusa, disinformata, superficiale.

Del resto è quello che sta accadendo nelle manifestazioni recenti, di volta in volta sempre più gente, sempre più giovani, sempre più determinazione. I giovani che sono stati l’anima della Flotilla, e che forse, insieme ai loro tanti coetanei scesi per le strade, riusciranno a invertire la rotta, a diventare loro la nuova e prossima guida di questo mondo.

Una generazione più saggia e più libera.

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