Top 500 Padova: ricerca, innovazione e sostenibilità per proiettare le aziende nel futuro
E’ la “lezione” che la pandemia ha consegnato alle imprese, al centro dell’evento per la presentazione della più approfondita ricerca sul sistema imprenditoriale del Nordest. Feltrin (Arper): elementi fondamentali per competere. Marcato (Sirca): puntiamo a crescere. Pegorin (Pettenon Cosmetics): attrarre talenti. La sfida di Gerosa: l’Italia investa e realizzi il cuore interamente artificiale

PADOVA. La via d’uscita dalla crisi passa attraverso scelte che le imprese padovane, insieme a quelle venete e del Nordest in generale, hanno già compiuto: ricerca, innovazione, investimenti, digitale, risorse umane. A cui si somma, soprattutto ora, la sostenibilità.
E chi, questi fondamentali, li ha ben radicati, ha affrontato l’ennesima crisi, quella provocata dalla pandemia, uscendone più rapidamente, e in alcuni casi, diventando più forte, e si appresta ora a pianificare un futuro non privo di nuove difficoltà, rappresentate dai costi – già quasi insostenibili – di gas ed energia, di carenza e prezzi delle materie prime, quelle di una supply chain ancora inceppata, che rallentano la ripresa.

A tracciare la rotta le imprese ospiti di Top 500 Padova, l’indagine realizzata da Nordest economia, hub dei quotidiani Gedi, con Il Mattino di Padova, PwC Italia e la condivisione di Assindustria Venetocentro (che sarà in edicola il 9 febbraio in allegato al quotidiano), e presentata nel corso di un evento in streaming l’8 febbraio dall’Archivio Antico di Palazzo Bo, condotto da Paolo Possamai, direttore di Nordest economia.
“Top 500 – ha rimarcato Possamai – ha voluto esplorare tre fasi: il 2020, con il primo pesante impatto della pandemia, il 2021 che si è appena concluso e, infine, dando uno sguardo alle proiezioni sul futuro. Come da oltre un decennio a questa parte, il tessuto che vi presentiamo deriva dall’intreccio di due fili: l’ordito dipende dai numeri dei bilanci, la trama deriva invece dalle storie e dalle strategie, visioni, opinioni narrate dai protagonisti, insomma dagli imprenditori”.

“La pandemia – ha spiegato Claudio Feltrin, nella veste di presidente di Arper – ci ha messo di fronte a cambiamenti che immaginavamo di portare avanti in tempi più lunghi”. L’accelerazione per un’azienda storica del settore dell’arredo, è volta alla “sostenibilità, sia in termini di materiali da impiegare, sia anche nel progettare e realizzare mobili durevoli”, capaci di resistere alle sfide del tempo. E questi fattori spingono ovviamente gli investimenti in ricerca e innovazione.

Investimenti che accomunano Arper a Diamante, azienda biotech di cui ha raccontato l’Ad Valentina Garonzi, oggi impegnata “nello sviluppo di un principio terapeutico per la cura dell’artrite reumatoide che punta a colpire la risposta sbagliata del sistema immunitario, utilizzando le piante e virus vegetali”.

“La ricerca chimica di base oggi in Italia non esiste più – è stata la sottolineatura di Gianni Marcato, consigliere delegato di Sirca – eppure la ricerca sostenibile è più che mai necessaria”. Il futuro? “Di crescita – ha risposto Marcato – che si realizza sia guardando a nuovi mercati, ma anche attraverso acquisizioni”, come l’azienda veneta ha già fatto con un’operazione recente in Friuli.

E di ricerca orientata alla sostenibilità ha parlato anche Gianni Pegorin, presidente di Pettenon Cosmetics, “per noi estremamente importante se vogliamo continuare a presidiare la fascia alta di mercato che richiede confezioni biodegradabili per oltre il 90%, e naturabilità anche molto elevata, attorno all’85%”. Ma la crescita, per un’azienda che già lo fa con un trend a doppia cifra anno su anno, è possibile “solo essendo attrattivi per le risorse umane”, e i talenti, oggi, sono più interessati alla qualità del lavoro che ai benefit.

L’analisi sulle prime 500 aziende padovane è stata presentata da Filippo Zagagnin e Giulia Messina, Partner di Pwc Italia e Michele Fabrizi, professore di Finanza Aziendale dell'Università di Padova. I dati confermano come, causa pandemia, nel 2020 le imprese “hanno visto un’importante contrazione dei ricavi di vendita, sono scesi di 7 punti percentuali rispetto al valore 2019. In termini assoluti, questo significa che la pandemia nel Padovano ha “bruciato” circa 2,4 miliardi di euro di fatturato, considerando solo il gruppo Top 500. Questo dato, tuttavia, deve essere letto tenendo presente che la forte riduzione di fatturato registrata nell’anno della pandemia non ha coinvolto in modo uniforme le aziende. Tra le 500 aziende analizzate, 315 hanno visto il proprio giro di affari ridursi nel 2020, mentre per le restanti il fatturato è rimasto invariato oppure è addirittura incrementato”.

Ricavi in contrazione di oltre il 14% per un quarto delle aziende considerate, di oltre il 26% per un altro 10 per cento di aziende. A scontare di più le conseguenze di stop produttivi e crollo della domanda è il settore della fabbricazione di macchinari.
Non solo fatturato in calo, però. Per una cinquantina di imprese le vendite sono aumentate addirittura del 20%.
La contrazione del margini, che pure c’è stata, non è risultata mediamente molto marcata, e questo grazie a politiche di contenimento dei costi che hanno consentito di mitigare a livello aggregato l’impatto della riduzione del fatturato sulla redditività.

Per questo indicatore la situazione appare situazione polarizzata “con la classifica Top 500 che si spacca esattamente a metà: 250 aziende hanno ridotto l’EBITDA nel corso del 2020, mentre l’altra metà ha registrato livelli di redditività invariati o in crescita rispetto l’anno precedente”, hanno spiegato i ricercatori.

Di logistica e intermodalità ha parlato il presidente di Interporto Padova, Franco Pasqualetti, nel corso di un’intervista del direttore dei quotidiani veneti del Gruppo Gedi, Fabrizio Brancoli.

Il cuore bionico è stato al centro della chiacchierata del direttore Brancoli con Gino Gerosa, professore ordinario di chirurgia cardiaca e direttore Uoc di cardiochirurgia all'Azienda Ospedale di Padova, ha raccontato un’esperienza che ha segnato una svolta nel suo campo, a cui è stato dedicato lo spazio della “stella di domani”. Da Gerosa una sfida, e una proposta: “L’Italia si impegni a realizzare un cuore interamente artificiale”. Molto si è detto della mortalità provocata dal Covid, “ci si dimentica delle tante morti, 150 mila l’anno, causate dallo scompenso cardiaco. A fronte di 800 persone in lista di attesa per un trapianto di cuore – ha detto il professore – ragionevolmente verranno operate forse 250. E’ il momento di indirizzare la ricerca su un cuore artificiale totale, attingendo anche alle risorse del Pnrr”.

Il disallineamento tra domanda e offerta di occupazione è stato il punto di partenza dell’intervista del direttore Brancoli a Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro. “Dobbiamo far capire ai ragazzi quali sono le competenze che le aziende richiedono – ha spiegato Destro – ricordando che si cercano 7 mila figure professionali nel settore digitale, ma molte di queste non saranno coperte perchè le professionalità non ci sono”.

In conclusione, la classifica Top500 di quest’anno racconta un’economia duramente messa alla prova dalla pandemia ma che non è crollata in ginocchio sotto il peso degli eventi. Nei prossimi anni le aziende si troveranno ad affrontare sfide complesse e globali. Le dinamiche competitive sono destinate a mutare e nel contesto domestico gli interventi legati al PNRR produrranno una forte polarizzazione a beneficio delle aziende in grado di affrontare rilevanti processi di innovazione e trasformazione digitale e tecnologica.
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