La nautica tricolore in controtendenza grazie ai produttori di grandi yacht
Il nostro Paese è il primo esportatore a livello mondiale: il settore rappresenta il 13% del surplus commerciale totale

Ancora un anno di sofferenza prima di una decisa ripresa. È la fotografia della cantieristica nautica globale che emerge da uno studio di Deloitte e Confindustria nautica focalizzato sulle dinamiche del settore all’interno della congiuntura internazionale, con un focus sulle specificità del mercato italiano.
Partendo dal consuntivo, la società di consulenza rileva che il 2023 è stato di crescita, con un +7,3% rispetto all’anno precedente, che ha portato il valore di mercato a quota 34,8 miliardi di euro. Un valore che supera di due punti percentuali il Pil globale e che si spiega con la forte domanda proveniente dai multimilionari, soprattutto quelli dei Paesi emergenti, il cui numero cresce a ritmo accelerato rispetto a quanto si registra in Occidente. Il 2024 dovrebbe essersi invece chiuso con una contrazione intorno al 5% a livello globale, dovuta soprattutto dal calo delle imbarcazioni di piccola taglia.
Per l’industria italiana, invece, il bilancio dovrebbe essere stato in crescita, supportato dal mix produttivo principalmente focalizzato, in termini di valore della produzione, sul segmento dei grandi yacht. Il segno meno dovrebbe caratterizzare il mercato mondiale anche nell’anno in corso, prima di riprendere la ripresa nel biennio 2026-2027. Sul presente e sul prossimo futuro pesa soprattutto l’incertezza creata dai dazi, che dovrebbe essere superata nel tempo.
«I dazi rappresentano uno dei principali fattori di incertezza che caratterizzano le aspettative di performance di vendite e marginalità per il 2025 - è l’analisi di Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader Italia - . Per un comparto industriale come quello della nautica, che ha un peso rilevantissimo sul surplus di bilancia commerciale del Paese, risulta ancor più importante un esame critico delle strategie doganali sin qui adottate. Bisogna essere sicuri di aver beneficiato di tutti i vantaggi regolamentari disponibili oltre ad analizzare opportunità in nuovi mercati di sbocco delle esportazioni, meno esposti alle turbolenze tariffarie, o di delocalizzazione produttiva tramite alleanze con operatori internazionali».
Nei prossimi trimestri dovrebbe attenuarsi anche l’impatto della revisione al rialzo dei listini dovuta all’inflazione galoppante fino a un anno fa. Inoltre, spiega lo studio, negli scorsi anni molti operatori avevano fatto scorte ingenti, che negli ultimi mesi sono state smaltite, riducendo temporaneamente la domanda. Anche in futuro, sottolineano gli analisti, il segmento trainante dovrebbe rimanere quello degli yacht e superyacht di grandi dimensioni (oltre gli 80 piedi).
In parallelo, gli autori dello studio rilevano un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità ambientale e sociale, alla digitalizzazione e a design personalizzati e orientati al lifestyle. Indicazioni che l’industria farebbe bene a tenere in grande considerazione per tenere il passo della domanda. Lo studio, denominato “The State of the Art of the Global Yachting Market 2025 Edition”, è stato presentato a Milano nella sede di Borsa Italiana, nel corso della conferenza stampa di presentazione del 65esimo Salone Nautico di Genova.
L’Italia è la prima industria nautica esportatrice a livello mondiale: il 90% della produzione tricolore è destinata all’export, rappresentando circa il 13% del surplus della bilancia commerciale nazionale, in forte crescita dal 3% del 2015. Nel segmento superyacht, la Penisola mantiene la leadership con il 54% degli ordini per unità e il 34% del valore, trainata dal segmento 30-60 metri: «La cantieristica nautica italiana continua a distinguersi come player globale di riferimento, combinando leadership industriale e capacità di export principalmente sui grandi yacht», è l’analisi di Tommaso Nastasi, partner e value creation service leader di Deloitte Italia. «Nonostante il rallentamento del mercato - conclude - , emergono fondamentali più solidi rispetto agli anni precedenti, il che consentirà di intercettare la domanda di imbarcazioni di alto valore, sostenuta dalla crescita della ricchezza privata e da un posizionamento competitivo unico al mondo».
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