Meta, Amazon, Google: la scelta veneta di Big Tech per gli occhiali del futuro

Non solo EssiLux, anche Safilo e ora Kering Eyewear stanno sviluppando smart glasses. Un mercato potenziale da 20 miliardi. Dal lancio venduti 2 milioni di Ray Ban intelligenti

Roberta PaoliniRoberta Paolini
I Ray Ban Meta in una campagna pubblicitaria
I Ray Ban Meta in una campagna pubblicitaria

Se compri una banana da 6,2 milioni di dollari, forse non vuoi che qualcuno te la mangi. Ma se quel qualcuno è Chris Hemsworth, e a documentarlo è Chris Pratt con un paio di Ray-Ban Meta, la scena diventa molto di più che una gag da Super Bowl.

È proprio da lì, da uno spot virale trasmesso durante l’intervallo pubblicitario più costoso del mondo, che si è rilanciata con forza l’attenzione globale sugli smart glasses. Un prodotto ibrido — occhiale e dispositivo — che sembrava destinato a rimanere confinato tra i fallimenti tecnologici del passato (vedi: Google Glass), ma che oggi è protagonista. E con un dettaglio non secondario: dietro quegli occhiali c’è anche l’Italia. E, più precisamente, il Veneto.

Nello spot, ambientato nella casa-galleria di Kris Jenner, Chris Pratt indossa i Ray-Ban Meta e chiede all'assistente vocale integrato: «Hey Meta, cos’è questa?», indicando una banana appesa al muro con del nastro adesivo. «È Comedian di Maurizio Cattelan, valore stimato: 6,2 milioni di dollari», risponde l’intelligenza artificiale. Nel frattempo, Hemsworth — ignaro — mangia la banana, e Jenner urla: «Hey Meta, chiama il mio avvocato».

Una scenetta divertente, ma che in realtà funziona anche come vetrina tecnologica e posizionamento di mercato: occhiali che vedono, ascoltano, rispondono, interagiscono.

Se sul palcoscenico ci sono le celebrity e i big tech americani, nel backstage produttivo ci sono aziende venete che — da Agordo a Padova — stanno contribuendo in modo decisivo a scrivere il futuro di un settore destinato a sostituire lo smartphone entro il 2030.

Un mercato che, secondo alcune stime, potrebbe raggiungere a quell’epoca, per il segmento degli smart glasses consumer, un valore attorno ai 20 miliardi di dollari.

Mark Zuckerberg, ceo di Meta, lo scorso febbraio è intervenuto in video alla Transitions Academy di EssilorLuxottica ribadendo che «la strada degli smart glasses è già quasi del tutto lastricata».

L’economia degli occhiali del futuro, insomma, passa tra le valli delle nostre Dolomiti e lungo le aree logistiche e produttive dell’economia del Nord Est. Non si tratta solo di manifattura, ma di una nuova piattaforma hardware per l’intelligenza artificiale di consumo.

Gli occhiali indossati da Pratt e Hemsworth non sono un giocattolo hi-tech: permettono di fare videochiamate, ascoltare musica, interagire con l’AI e registrare video. E soprattutto sono belli. A produrli è come noto EssilorLuxottica, quartier generale ad Agordo (Belluno), in collaborazione con Meta Platforms.

Eppure, solo pochi anni fa, i cosiddetti occhiali intelligenti sembravano un’utopia fallita. I Google Glass, lanciati nel 2013 come simbolo della rivoluzione wearable, sono rapidamente diventati un emblema del flop tecnologico. Non sono stati gli unici. Ma oggi qualcosa è cambiato: la tecnologia è matura, l’intelligenza artificiale è ubiqua e, finalmente, i prodotti sono anche desiderabili esteticamente.

In questo nuovo scenario globale, il Veneto si conferma laboratorio del wearable di qualità, grazie alla combinazione unica di manifattura e innovazione. Tra i protagonisti, anche Safilo Group, fondata nel 1934 a Pieve di Cadore e basata a Padova, che ha stretto una partnership con Amazon per i Carrera Smart Glasses con Alexa.

Occhiali capaci di rispondere a comandi vocali, gestire chiamate, musica e domotica — tutto senza usare le mani. La tecnologia è sofisticata, ma il design rimane fedele all’eleganza sportiva del marchio Carrera.

«Per noi l’accordo con Alexa ha per il momento finalità diverse» ha spiegato Angelo Trocchia ad di Safilo. «Vogliamo capire cosa vuole il consumatore e riteniamo che la vera svolta sarà l’integrazione sempre più spinta dell'Intelligenza Artificiale nei dispositivi».

Intanto sempre a Padova, dove ha sede anche un altro colosso dell’occhialeria, Kering Eyewear, anche Google - che ha integrato la Ai nel suo motore di ricerca - è tornata a provarci. Recentemente il gigante di Mountain View ha annunciato proprio con il gruppo fondato e guidato da Roberto Vedovotto, una partnership di smart glasses di fascia alta, integrati con AI.

L’obiettivo è chiaro: unire la tecnologia più avanzata all’estetica del lusso, e portare gli occhiali intelligenti nel mondo dell’alta moda. Il progetto — che coinvolge anche Warby Parker — è visto dagli analisti come una mossa strategica per dare legittimità al segmento e, indirettamente, rafforzare anche l’offerta di Meta ed EssilorLuxottica.

Le Big Lens di Agordo nell’ultimo bilancio, quello del 2024, hanno mostrato un fatturato in crescita a 26,5 miliardi. Un'accelerazione determinata anche dai Ray-Ban Meta, con circa 2 milioni di pezzi venduti dal lancio e un nuovo modello previsto in uscita entro la fine del 2025. Un’accelerazione impressionante, che secondo alcuni osservatori potrebbe travolgere l’intero settore mobile nel giro di pochi anni.

 

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