Carron, entra nella fase finale la costruzione di OpenZone: il campus hi tech per la salute

Oggi conta 34 aziende al suo interno tra le quali imprese biotech, farmaceutiche e di terapie geniche avanzate riconosciute a livello internazionale, il piano di sviluppo è un’importante tappa nel percorso di crescita del parco creato da Zambon seguendo la filisofia dell’open innovation

La redazione

TREVISO. Carron entra nell’ultima fase di costruzione per il complesso delle “Torri”, edifici pluripiani accumunati da una piastra comune, all’interno di OpenZone, Campus scientifico dedicato al mondo “health”.

Siamo a Bresso, alle porte di Milano, le Torri sono realizzate con fondazioni di tipo diretto, pilastri, vani scala e solette piene gettati in opera, costituite da 12 portali in struttura mista legno e carpenteria metallica.

“Attraverso la metodologia BIM garantiremo un’ottimizzazione della pianificazione, gestione e realizzazione del complesso, con le massime prestazioni in termini di criteri stabiliti nel sistema di rating LEED. L’efficienza della struttura sarà data dal sistema di sensori DALI che permetterà di diminuire il fabbisogno energetico ed assicurare una minor usura degli apparati” afferma Carron.
Una costruzione fortemente radicata nel territorio e nel tessuto sociale che lo circonda, che raggiungerà una superficie di 37.000 mq tra laboratori scientifici e startup innovative, con la possibilità di ospitare fino a 1.200 persone. 

OpenZone è il campus scientifico alle porte di Milano dedicato alle Salute creato dal Gruppo Zambon, l’inaugurazione delle sue due nuove torri dovrebbe essere per novembre 2022. In quella verrà concluso ufficialmente il piano di sviluppo da 69 milioni di euro avviato nel 2018.

Avviato nel 2018 con l’obiettivo di ingrandire e potenziare il campus, che oggi conta 34 aziende al suo interno tra le quali imprese biotech, farmaceutiche e di terapie geniche avanzate riconosciute a livello internazionale, il piano di sviluppo è un’importante tappa nel percorso di crescita del campus creato da Zambon e concepito con l’obiettivo di creare ponti tra mondi, linguaggi e competenze diverse, ovvero un luogo di scambio di conoscenze fondato sull’open innovation, generando valore nel settore della salute e delle scienze della vita.

La prima tappa di questo percorso di crescita è stata Z-LIFE, la casa di Zambon inaugurata nel 2019; solo dodici mesi dopo ha preso il via una la nuova centrale tecnologica, un investimento “green” da 8 milioni di euro per regolare i fabbisogni energetici di OpenZone; nel 2022, infine, oltre alle due torri, saranno avviati un sistema di mobilità sostenibile e nuove soluzioni a kilometro zero per il food & beverage.

Nel frattempo, il campus, i suoi 16.500 mq di uffici e 10.500 mq di laboratori, continuano a crescere e a rafforzare le basi di un presente innovativo e connesso. Recentemente, infatti, grazie all’iniziativa di CloudTel, una delle 34 imprese del campus, OpenZone si è dotato di IP-LOOP, un’infrastruttura ottica ad anello con collegamenti multipli al MIX (Milan Internet Exchange), che garantisce una connessione di qualità e la massima continuità di business per tutte le imprese che operano nel parco scientifico alle porte di Milano.

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