Stop al servizio container dal Porto di Venezia al Far East

"L'abbandono – si spera temporaneo - dello scalo di Venezia da parte della linea diretta con il Far East è un "disastro" tanto annunciato da tempo, quanto evitabile restituendo al porto con il Venice Offshore Onshore Port System l'accessibilità nautica oggi sacrificata al Mose, scrive l'Autorità portuale".
"Purtroppo in attesa del terminal off shore - continua l'Autorità - la nave che da 6500 teu (container) passa a 10.000 teu non giungerà più a Marghera perché non ha più modo di entrare e uscire a pieno carico dalla banchine lagunari. Non per mancanza di mercato, anzi, ma per i limiti fisici che lo scalo ha, nonostante l'ingente lavoro di escavo e modernizzazione delle banchine realizzati in questi anni da Autorità Portuale e dagli operatori che hanno fatto di Venezia il secondo più efficiente scalo dopo Genova per la movimentazione container"
Una notizia che nuoce all'economia portuale, ma molto di più alla manifattura e alle altre attività produttive dell'intero nordest e della Lombardia orientale.
La nave infatti scalerà solo Capodistria per servire dal Nord Adriatico orientale i mercati austriaci e dell'est Europa. I mercati oggi serviti da Venezia (Pianura Padana, Svizzera, e sud della Germania) verranno parzialmente raggiunti con un feeder da Capodistria, ma sono destinati a tornare ad essere serviti dagli scali dell'Alto Tirreno ( se non da quelli del mar del Nord via Gottardo).
Una scelta che Autorità Portuale assieme a Confetra ha stimato costerà alle sole imprese del nordest non meno di 10 milioni di euro all'anno di maggiori costi di trasporto.
"Una miopia delle aurorità "competenti" che sta costando molto cara all'economia veneta e del Nord Est; una profezia da tempo annunciata, che non avremmo mai voluto vedere realizzarsi e alla quale speriamo si voglia dare presto risposta con la realizzazione dell'offshore" chiude la nota.
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