Stefanel accelera all'estero ma serve patrimonio

Nei primi nove mesi ricavi stabili ma accelera l'export al 65% del totale vendite. Positivi i mercati della Germania e Uk. Si riduce la perdita ma si erode capitale

PONTE DI PIAVE. Stefanel chiude i primi nove mesi dell’anno con ricavi e vendite stabili a 118,3 milioni (121,1 milioni nel 2014. Sui conti incide il mancato rinnovo da parte del Gruppo della licenza I’m isola Marras e la contrazione del mercato Italia con il posticipo di "una parte delle consegne della collezione autunno-inverno".

Cresce tuttavia l'export, quindi l’incidenza dell’estero sul totale ricavi oggi al 65% rispetto al 63% del 2014 grazie anche all’espansione retail in Gran Bretagna e Germania. La variazione del mercato Italia è ancora negativa per -7,4%, crece del 2,8% l’Europa mentre arretra del 18,2% il resto del mondo.


L’Ebitda segna 2,1 milioni di euro (era negativo per 0,4 milioni nel 2014). Migliora anche l’Ebit a -3,1 milioni rispetto i -5,9 del 2014. E anche la perdita è in riduzione a -4,8 milioni: erano -8,9 milioni nel 2014. L’indebitamento finanziario al 30 settembre segna 83,2 milioni, in linea con i valori dello stesso periodo dell’anno scorso.

L’azienda ha investito nel nuovo network negozi 7,3 milioni di euro.  “Nei primi nove mesi del 2015 il Gruppo ha effettuato investimenti significativi in mercati strategici come UK e Germania, che stanno evidenziando i primi effetti sulla redditività. Questo dimostra la volontà di ulteriore espansione internazionale del Gruppo e rappresenta il “driver” della nostra crescita futura" spiega il presidente Giuseppe Stefanel.


Nei primi nove mesi del 2015 sono state effettuate 52 nuove aperture e 45 chiusure, con l’obiettivo di perseguire il piano di sviluppo della rete distributiva soprattutto all’estero, oltre che di razionalizzare ulteriormente quella esistente.
 
La strategia aziendale riflessa nel Piano 2013-2017, è basata, ricorda l’azienda "sul rilancio del brand agendo su prodotto e comunicazione", "sull’incremento delle vendite nelle aree geografiche dove si sviluppa fatturato e nella crescita del network negozi", sia a gestione diretta sia nel franchising monobrand con l’obiettivo di “riequilibrare ulteriormente il mix dei ricavi all’estero in aree euro e non euro e contenere le necessità di investimento, focalizzandosi su bacini geografici in crescita e emergenti, in particolare dell’Est, ma già attivi per il Gruppo dal punto di vista distributivo”.

La nota evidenzia che il capitale della Capogruppo a fronte della perdita complessiva dell’esercizio 2014 di 2,432 milioni e delle riserve negative preesistenti di 8 milioni, risultava diminuito di oltre un terzo. In data 27 aprile 2015 l’assemblea straordinaria ha quindi coperto òa perdita stessa e le riserve negative con un abbattimento del capitale sociale per 10 milioni, che si è ridotto pertanto a 16 milioni, “non essendoci riserve positive utilizzabili”. Al 30 settembre il patrimoio netto della società segna 5,4 milioni di euro.
 

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