Sostenere le startup per attrarre talenti
La generazione e lo sviluppo di nuove imprese tecnologiche contribuiscono alla creazione di nuovi posti di lavoro, e le startup partecipano all'aggiornamento e alla modernizzazione del tessuto socioeconomico di un territorio, introducendo nuovi modelli di business, nuove tecnologie e un nuovo approccio al lavoro

La geografia dell'innovazione contemporanea non passa per il Nord Est italiano. Lo abbiamo imparato negli ultimi anni osservando la nascita e lo sviluppo dei grandi centri dell'imprenditorialità e dell'innovazione mondiali e studiando la loro distribuzione spaziale. Sono centri - hub dell'innovazione - che spesso si installano negli spazi metropolitani dove si intersecano forme diverse ma complementari di conoscenza e dove prende corpo quella complessità della conoscenza che è alla base dell'innovazione odierna. Sono i nuovi ecosistemi dell'innovazione, centri nevralgici dello sviluppo economico globale che si nutrono di talenti, finanza e tecnologia. Abbiamo imparato a conoscerli studiando il celebre (e irripetibile) modello della Silicon Valley e li abbiamo in seguito trovati in varie altre geografie del mondo, da Londra in Inghilterra a Tel Aviv in Israele, fino ad arrivare a Shenzen e Bangalore in Asia. L'innovazione contemporanea corre dunque lungo la geografia degli ecosistemi imprenditoriali più dinamici, all'interno dei quali si fondono idee e risorse finanziarie (input) per dare vita a nuove tecnologie e nuove soluzioni innovative (output).
Questa peculiare matrice di input-output ha al proprio centro la figura dell'imprenditore moderno, soggetto economico aperto al rischio d'impresa che si fa carico di sintetizzare idee e risorse finanziarie in una proposta di valore originale.
Il risultato dell'iniziativa economica di questa nuova generazione di imprenditori si concretizza tipicamente nella creazione di nuove imprese tecnologiche, che abbiamo imparato a chiamare startup. Le startup sono oggi al centro del modello dell'economia della conoscenza e la loro importanza all'interno di un territorio va oltre il loro impatto economico, che pure non è marginale. Da un lato, infatti, la generazione e lo sviluppo di nuove imprese tecnologiche contribuiscono alla creazione di nuovi posti di lavoro in funzioni aziendali ad alto valore aggiunto; dall'altro, partecipano all'aggiornamento e alla modernizzazione del tessuto socioeconomico di un territorio, introducendo nuovi modelli di business, nuove tecnologie e un nuovo approccio al lavoro.
Il Nord Est ha urgente bisogno di sostenere lo sviluppo e la crescita di una nuova generazione di startup locali. Proviamo a capire perché. Con riferimento alla prima area di impatto, è importante ricordare come le startup innovative investono tipicamente in quelle funzioni intangibili (R&D, sviluppo prodotto, marketing, vendite, finanza) dove si genera la parte più rilevante del valore aggiunto aziendale. Così, non sorprende che, mentre la reddittività media di una piccola impresa manifatturiera italiana generalmente non supera il 5-7% di Ebitda, le startup tecnologiche che evolvono in imprese arrivano a generare 10, 15, talvolta anche 20% di Ebitda. Una maggiore redditività si traduce in una maggiore capacità di remunerare i dipendenti di un'azienda, contribuendo in questo modo a rendere maggiormente attrattivo un territorio. Per una regione che, come ci raccontano le analisi elaborate dalla Fondazione Nord Est nel 2023, perde più capitale umano avanzato di quello che riesce ad attirare, attrarre e valorizzare professionisti locali, nazionali e internazionali dovrebbe rappresentare la priorità nell'attuale agenda politica e industriale.
Inoltre, l'ambito di specializzazione di una parte rilevante delle nuove startup innovative è spesso complementare alle attività tradizionalmente eseguite dalle Pmi manifatturiere a Nord Est, come ad esempio la produzione. In questo senso, le startup possono rappresentare un importante elemento di integrazione e di aggiornamento del modello di business classico delle imprese manifatturiere locali.
Nonostante l'importante ruolo che questa tipologia d'impresa può giocare nell'upgrading del sistema economico e sociale del territorio nordestino, rimane evidente come non esista oggi a livello locale un approccio istituzionale, economico e culturale a supporto della creazione di startup. Nonostante il tentativo visionario di H-Farm, la cui forza propulsiva nell'ambito delle startup sembra essersi smorzata nel tempo, manca oggi all'appello un circuito di acceleratori di nuove imprese legati alle filiere industriali locali. Si tratta di acceleratori di startup con un preciso focus sulle verticalità produttive presenti a Nord Est, che possano operare in questo modo come dei ponti economici e culturali tra la vecchia e la nuova imprenditorialità. Integrando e non sostituendo. Aggiornando e non sovrascrivendo. Il futuro economico del Nord Est dipende molto dalla sua capacità di aggiornarsi e di ripensarsi in un mondo che corre veloce. Le startup non sono la panacea di tutti i mali. Ma sono un prezioso strumento per ridare centralità ad un territorio che si scopre ogni giorno sempre più periferico nella nuova geografia dell'innovazione mondiale. —
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