Porto di Trieste apripista nella logistica sostenibile
Il rapporto Srm-Intesa: lo scalo giuliano si conferma come «hub chiave» per intermodalità e innovazione tecnologica La quota modale ferroviaria raggiunge il 54%. Guerrieri: «Best practice che rafforza la posizione dell’Italia sul tema»

Resilienza alle varie crisi, investimenti nel digitale e ulteriori sforzi per rafforzare le infrastrutture ferroviarie e potenziare l’intermodale. Questi gli elementi che consentono a Trieste di cambiar pelle per passare da “semplice” scalo per i container ad hub logistico transeuropeo.
Il porto di Trieste con i suoi traffici - lo dimostrano i dati del consuntivo 2024 - ha retto in modo egregio al momento non facile, mostrando un aumento del 7,2% del totale movimentato e confermandosi il primo scalo italiano per volumi totali (quasi 60 milioni di tonnellate).
Nei primi tre mesi del 2025 il traffico delle merci ha registrato una lieve flessione del 4,3%, dovuta ai minori volumi di rinfuse. Complessivamente il porto ha movimentato 13,6 milioni di tonnellate di carichi rispetto alle 14,2 del primo trimestre 2024. Si è registrata, a maggio, una contrazione importante dei traffici container per la “ristrutturazione” delle rotte e delle toccate della grande alleanza 2M tra Maersk ed Msc, scioltasi dal febbraio 2025. Tutti dati emersi ieri alla presentazione del Rapporto “Italian maritime economy” di Srm-Intesa Sanpaolo.
Ma non basta. Nei confronti internazionali discussi ieri, è anche emerso che «con una quota modale ferroviaria del 54%, il porto di Trieste si conferma una “best practice” non solo nazionale ma anche europea nel campo della logistica sostenibile», come ha evidenziato il commissario straordinario dell’Adsp, Antonio Gurrieri, sottolineando che lo scalo giuliano supera non solo la media italiana ma pure quella di altri importanti scali internazionali. Si tratta di un parametro imposto, a medio termine, dalle Ue: per la sostenibilità, Bruxelles ha fissato l’obiettivo del 30% di shift modale su ferro entro il 2030 e del 50% entro il 2050.
«Sapevamo di avere numeri solidi sul trasporto merci via ferro; il confronto con altri porti – ha concluso Gurrieri – dimostra però quanto questo risultato sia rilevante anche in chiave internazionale. È un dato che rafforza il ruolo di Trieste e contribuisce a dare all’Italia una posizione più forte nel dibattito europeo sulla logistica sostenibile».
«Siamo l’unica banca ad avere un centro studi specializzato nell’economia marittima e ne andiamo fieri. Così come siamo orgogliosi – ha detto introducendo i lavori il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro - di sostenere le Zls (Zone logistiche semplificate) del Centro Nord per le quali il nostro gruppo ha messo a disposizione 10 miliardi di euro destinati a finanziare lo sviluppo del sistema industria-porti-logistica».
Nonostante il momento complesso, «Trieste – racconta Alessandro Panaro, responsabile Maritime & energy del centro studi bancario – continua a essere tra i porti italiani più dinamici e moderni, integrato con le altre infrastrutture, intermodale e con investimenti in corso che, portati a termine, daranno nuove direttrici di sviluppo al territorio. In primo piano, il potenziamento dei treni portuali».
Sul versante degli investimenti, il Port community system (Pcs) rappresenta, secondo Srm, l’iniziativa cardine per la digitalizzazione e l’ottimizzazione della catena logistica portuale. Si tratta di un sistema informatico aperto e neutrale per facilitare lo scambio sicuro e mirato di dati tra operatori economici e enti pubblici, migliorando l’efficienza operativa del porto, rafforzandone la competitività a livello internazionale.
L’obiettivo prioritario è semplificare e velocizzare i processi logistici, riducendo tempi e costi operativi, attraverso la piena interoperabilità tra tutti gli attori coinvolti, sia pubblici sia privati. Il progetto è finanziato attraverso fondi del Pnrr, con 16 milioni di euro destinato alla digitalizzazione della catena logistica.
Nonostante alcune «criticità amministrative emerse di recente – sottolinea il rapporto – l’Adsp ha confermato l’intenzione di procedere, con l’obiettivo di completare il progetto entro i termini previsti. L’iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di modernizzazione del sistema logistico nazionale, con Trieste che si conferma un hub chiave nel contesto europeo per l’intermodalità e l’innovazione tecnologica». —
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