Popolari venete, c'è l'offerta ufficiale dei fondi. Ecco cos'è il piano Power point
«Non siamo tenuti a saperlo, che noi si sappia no», aveva precisato nella giornata dei conti semestrali il vicepresidente di Banca Popolare di Vicenza, Salvatore Bragantini. E perfino Gianni Mion, il presidente, aveva aggiunto: «Per il momento non ho consapevolezza che ci sia alcuna manifestazione di interesse».
La domanda era diretta e riguardava eventuali fondi d’investimento stranieri interessati all'istituto bancario vicentino, che il 5 settembre ha comunicato un rosso di 795 milioni di euro. All'indomani della semestrale e di tali dichiarazioni, il quotidiano milanese MF- Milano Finanza titola in prima pagina: “Veneto-Vicenza, fondi Usa in campo”.
In un servizio del giornalista Andrea Montanari si legge che i vertici della BpVi (e di Veneto Banca) non sono stati nemmeno avvertiti dal comune azionista semi-unico Atlante: il numero uno della controllante Quaestio, Alessandro Penati, «secondo alcune interpretazioni di mercato ancora non avrebbe dato comunicazione… o, quantomeno, non ancora avrebbe confermato e reso noto l’arrivo della proposta formale» ai cda rispettivamente guidati da Mion a Vicenza e da Beniamino Anselmi a Montebelluna.
La proposta consiste in un’offerta ufficiale consegnata lo scorso 1 settembre da Atlas, Centerbridge, Warburg Pincus e Baupost, disponibili a «immettere nel nascente polo bancario» che risulterà dalla fusione fra BpVi e Vb «un miliardo di euro cash per supportare il piano di rilancio e ristrutturazione». E non fra qualche mese: «subito». Il progetto ha anche un nome, Power Point, ed è già stato presentato a Bce e Bankitalia.
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