Patto “salva operai” prima del voto in Ferriera: Fincantieri garantisce le riassunzioni
Vertice a Roma Patuanelli-Bono. Annunciato un protocollo per scongiurare esuberi. Oggi via al referendum sull’accordo

La Ferriera di Servola
TRIESTE Sarà un protocollo firmato da Fincantieri, Mise e Regione la garanzia per i lavoratori della Ferriera. O almeno così assicurano le istituzioni e l’azienda di costruzioni navali, attraverso una stringata nota del ministero dello Sviluppo economico. Sulle ricadute pratiche non si sa però nulla di più: l’ad Giuseppe Bono, il ministro Stefano Patuanelli e il presidente Massimiliano Fedriga evitano infatti di rilasciare dichiarazioni di sorta. Tutti e tre considerano il passaggio troppo delicato, visto che da oggi a lunedì i lavoratori si esprimeranno sull’accordo sindacale riguardante la riqualificazione dello stabilimento.
La mossa è il tentativo di tranquillizzare i dipendenti di Servola e orientarne il voto verso il sì, che appariva scontato ma che l’assemblea dei lavoratori ha mostrato essere in bilico. La nota del ministero chiarisce che Patuanelli ha incontrato al Mise Bono e sentito in videoconferenza Fedriga: «I tre hanno concordato sulla necessità di siglare a breve un protocollo d’intesa per integrare l’offerta occupazionale dei lavoratori impiegati nell’area a caldo. Ciò anche in continuità ai protocolli già sottoscritti e agli impegni presi».
L’idea è mettere nero su bianco – non si sa se entro la firma dell’Accordo di programma – un piano di formazione e ricollocamento a Monfalcone. Qualcosa di simile all’intesa trovata a ottobre fra Regione e Fincantieri, che prevede la prossima creazione di corsi per saldatori, carpentieri e tubisti. Il progetto riguardava finora almeno 150 persone fra partecipanti al recruiting day organizzato da Fincantieri ed esuberi della Eaton. Vi si sommeranno in un secondo momento almeno 40 lavoratori della Ferriera che potrebbero non trovare più spazio a Servola dopo i due anni previsti per smantellamento e bonifica dell’area a caldo. Ancora da capire se la possibilità verrà invece offerta subito ai quasi 70 interinali che dal 31 gennaio perderanno il posto a Servola senza alcun ammortizzatore sociale.
All’impegno di Bono, Patuanelli e Fedriga, si affianca la prudenza dell’Autorità portuale, che sta trattando col gruppo Arvedi sul valore dei terreni da acquisire. Dopo le anticipazioni sull’incontro fra il presidente Zeno D’Agostino e l’ad Mario Caldonazzo, il segretario generale dell’Authority Mario Sommariva conferma che «ci sono contatti per determinare possibili soluzioni ma l’Autorità attende l’esito della contrattazione sindacale per capire gli scenari che determineranno il futuro della Ferriera. L’Autorità amministra aree demaniali e oggi un concessionario c’è e si chiama Arvedi: siamo parte attiva, ma le scelte strategiche sono determinate da altri attori».
I lavoratori si esprimeranno da oggi sull’accordo sindacale che recepisce il piano industriale da 180 milioni e prevede 163 uscite fra interinali da trasferire in altre aziende, prepensionamenti e rinunce volontarie incentivate. Il voto si terrà nonostante una richiesta in extremis di rinvio da parte della Fiom, rigettata dalle sigle schierate per il sì. Alle urne saranno chiamati solo i tempi indeterminati, lasciando così senza voce i lavoratori in scadenza di contratto. Sempre oggi i sindacati incontreranno il prefetto Valerio Valenti, per chiedere il suo intervento a garanzia della sicurezza sul lavoro in questa fase delicata. Tutte le sigle stigmatizzano nel frattempo «il diktat» dell’azienda, intervenuta dopo l’assemblea per chiarire che la chiusura dell’altoforno avverrà anche in caso di voto contrario.
L’assessore al Lavoro Alessia Rosolen risponde intanto alle critiche rispetto al rallentamento attribuito dai sindacati alla Regione: «La Regione si è impegnata fin dal primo istante affinché al progetto di riconversione facesse paio la piena tutela dei lavoratori. Il basso profilo mantenuto dall’esecutivo nella propria comunicazione, nel rispetto delle centinaia di famiglie che vivono questa delicata transizione, non sia pretesto per denunciare un disimpegno che mai vi è stato». Parole che non evitano la polemica della deputata Pd Debora Serracchiani: «Questo meccanismo è stato innescato dalla giunta Fedriga, che ha consegnato ad Arvedi l’opportunità di fare i suoi interessi, nei tempi e nei modi preferiti. Sulla testa e alle spalle dei lavoratori si stanno facendo brutti giochi. Ricatti più o meno espliciti, scarichi di responsabilità, promesse vaghe: sembra che l’urgenza di Arvedi e dei soggetti istituzionali sia togliersi di torno l’intralcio della forza lavoro in esubero». —
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