Partita tesa sulla Zona logistica semplificata del Friuli Venezia Giulia. Udine e Pordenone puntano a esserci, ma lo spazio di manovra è stretto

«Ci sono più bolle da individuare. Si parte dal porto di Trieste, per poi passare a considerare le aree di Monfalcone e Gorizia e  quelle di Udine e Pordenone, così da coinvolgere tutto il territorio» dichiara l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini

Maura Delle Case
L'Interporto di Trieste
L'Interporto di Trieste

UDINE. Si prepara ad entrare nel vivo la partita per l’istituzione della Zona logistica semplificata (Zls) in Friuli Venezia Giulia. E il match, al solito, non si annuncia di quelli scontati in una regione dove le identità territoriali e in questo caso le specificità delle varie zone produttive promettono di farsi sentire.

Una cosa, almeno una, è però certa: il ruolo perno del porto di Trieste. Condizione sine qua non – la presenza di un’area portuale – per la stessa istituzione della Zls. Meno scontato invece il coinvolgimento degli altri territori. Dal goriziano, che con il porto di Monfalcone e la presenza di Fincantieri difficilmente però starà a guardare, passando per il Friuli. Meglio, i Friuli: quello a destra del Tagliamento e quello a sinistra, entrambi determinati a essere della partita e a giocarsela da protagonisti.

Le tensioni per ora restano sotterranee. Appena intuibili dalle ultime prese di posizione. Da un lato dei vertici della Camera di Commercio di Pordenone-Udine (con Michelangelo Agrusti, leader di Confindustria Alto Adriatico, nel ruolo di vicepresidente) che hanno alzato la mano chiedendo alla Regione di essere coinvolti nella definizione della proposta e dall’altro di Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine, che a stretto giro ha annunciato d’aver affidato uno studio di fattibilità sulla Zls a una società di consulenza. Studio che guarda anche all’area pordenonese, i cui risultati saranno disponibili entro la fine del mese in corso.

E la Regione? L’assessore alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, che sta lavorando alla partita insieme ai colleghi Zilli (Finanze), Roberti (Enti locali) e Pizzimenti (Infrastrutture), garantisce massimo coinvolgimento degli stakeholders e assicura: «Ci sono più bolle da individuare. Si parte dal porto di Trieste, per poi passare a considerare le aree di Monfalcone e Gorizia e  quelle di Udine e Pordenone, così da coinvolgere tutto il territorio regionale».

Buone intenzioni che però si scontrano con i “limiti” imposti dalla normativa sull’estensione della Zls che nel caso del Fvg, Confapi ha calcolato non potrà superare i 14,47 Km quadrati. Considerato che il solo porto di Trieste conta 2,3 Km, a disposizione ne restano poco più di 12.

Per Mareschi Danieli non ci sono dubbi: «Dovranno essere prese in considerazione le aree dove si produce la maggior parte del Pil della nostra regione che fra l’altro insistono su uno dei consorzi industriali più grandi d’Italia: il Cosef (assieme al quale, non a caso, palazzo Torriani ha commissionato lo studio)».

«Le aree portuali hanno enorme importanza - ammonisce Mareschi Danieli -, non meno devono averne quelle retroportuali». Sulla stessa lunghezza d’onda è il presidente di Confapi Fvg, Massimo Paniccia, che avverte: «Oltre alle zone limitrofe ai porti, la delimitazione della Zls dovrebbe poter garantire ritorni a tutto il territorio, comprese le aziende localizzate nell’entroterra. Pertanto bisognerà considerare ogni possibilità che permetta di espandere le ricadute degli interventi oltre i limiti perimetrali ipotizzati nei circa 14 Km quadrati».

Agrusti dal canto suo non mette minimamente in dubbio che il retroterra portuale, compreso il “suo” pordenonese, venga coinvolto dalla Zls. «Sono convinto – afferma – che la zona logistica semplificata debba interessare il porto di Trieste e la retroportualità che in regione è diffusa e comprende Fernetti, l’interporto di Pordenone, quello di Cervignano, l’autoporto di Gorizia e poi le zone industriali collegate. Il confronto con la Regione è aperto da tempo – conclude Agrusti – e confidiamo di arrivare in breve a una definizione».

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