Nutriscore, bollino nero per il vino. Filipuzzi, Agrifood Fvg: «Idea demenziale»
Un’alimentazione varia e una dieta equilibrata sono alla base di stili di vita sani. «Inutile demonizzare i prodotti, meglio investire in educazione»

UDINE. L’etichetta a “semaforo" si appresta a mettere a segno l’ennesimo colpo – basso – assegnando al vino l’ultimo gradino nella scala della “salubrità” di un prodotto: la lettera F, il colore è il nero, associata al giudizio di massima dannosità.
«La trovo una cosa demenziale – è la stroncatura, non solo della classificazione del vino ma in generale del sistema nutriscore, di Claudio Filipuzzi, presidente di Agrifood Fvg, che rappresenta le imprese agroalimentari del Friuli Venezia Giulia –. Invece di semplificare, sbagliando, la comunicazione sugli alimenti, meglio sarebbe impegnarsi seriamene a fare educazione alimentare. Si scoprirebbe che qualsiasi alimento, consumato in maniera non corretta, può provocare danni alla salute. Compresa l’acqua, l’insalata, la frutta…. Semplificare le cose, non è mai la soluzione migliore».
La soluzione migliore sarebbe invece «fare educazione, migliorare la cultura delle persone, iniziando dai bambini».

«La varietà e una dieta equilibrata – rimarca Filipuzzi – portano ad avere stili di vita sani e, quindi, un beneficio per la salute».
Viceversa «eliminare alimenti attraverso una sorta di demonizzazione, non ha alcun senso. Pensare di incidere in modo positivo sulle scelte dei consumatori, è fuorviante e deleterio» conclude Filipuzzi.

«La proposta dell’ideatore del Nutriscore di indicare con un bollino nero tutte le bevande alcoliche, compreso il vino, è un insulto alla scienza e al nostro settore vitivinicolo» è la posizione di Competere, un think tank con sede a Roma, Milano e Bruxelles –. Le forze che compongono il patrimonio vitivinicolo italiano, che negli anni hanno saputo conquistarsi un posto di primo piano nel panorama internazionale sia in termini numerici (oltre 7,1 miliardi di euro il valore delle esportazioni) che di qualità e salubrità grazie al loro ineguagliabile saper fare, non possono ora vedersi insultate da un algoritmo arbitrario e fuorviante. Decenni di storia, cultura, tradizione, impegno e lavoro riconosciuti dai massimi organi internazionali vengono appiattiti da una bocciatura indiscriminata delle bevande alcoliche, un orientamento anti alcol che preoccupa e che si propone anche in altre azioni come il Beating Cancer Plan, senza distinguere tra uso e consumo e tra quantitativi di alcol presenti» afferma Pietro Paganini, fondatore e presidente di Competere.
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