Mercatone Uno, tutti assolti per il primo crac dell'azienda

PADOVA. Nessun colpevole per il primo crac di Mercatone Uno, storico marchio dell'arredamento e della grande distribuzione con sede a Imola (Bologna), legato anche al volto e alle imprese sportive di Marco Pantani. Il gup Domenico Truppa ha assolto tutti e sei gli imputati, con la formula perché il fatto non sussiste.
Tra di loro, anche le tre figlie del patron Romano Cenni, morto il 13 marzo 2017. La Procura bolognese, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, contestava loro la bancarotta per distrazione e nello specifico diverse operazioni societarie, fatte tra il 2005 e il 2013, per depauperare l'azienda, arrivando a sottrarre nel tempo 300 milioni alla società, che poi entrò in amministrazione straordinaria.
E proprio dopo questo primo dissesto, ad agosto 2018, il gruppo sembrò poter rinascere quando i 55 punti vendita furono acquistati da Shernon Holding. Anche questa società però è finita a sua volta in crisi: il 25 maggio 2019 ne fu dichiarato il fallimento. Secondo la Procura di Milano, dove è in corso la nuova indagine, lasciò un buco da 80-90 milioni. E circa 1.800 lavoratori nei guai: per loro a inizio gennaio è stata prorogata la Cassa integrazione straordinaria, fino a maggio, dopo un accordo al ministero del Lavoro.
I fatti per cui in mattinata si è concluso in abbreviato il processo di primo grado erano nell'inchiesta che deflagrò a gennaio 2017 a Bologna, con sequestri e avvisi di garanzia a 10 persone, tra cui il patron Cenni. A processo sono finite le figlie Susanna, Elisabetta e Micaela, l'ex amministratore Giovanni Beccari, l'ex consigliere Ilaro Ghiselli e Gianluca Valentini, figlio di Luigi, altro fondatore del gruppo. Per loro il pm Michele Martorelli aveva chiesto condanne da due anni a quattro anni e quattro mesi.
Le motivazioni dell'assoluzione saranno depositate entro 90 giorni, ma potrebbero aver tenuto conto degli esiti di una perizia tecnica e della condotta 'riparatorià degli imputati. «Quando il gruppo entrò in crisi» ci fu «l'impiego di ingentissime risorse familiari messe a disposizione della società Mercatone», ha ricordato l'avvocato Luca Sirotti che, insieme ai colleghi Chiara Tebano e Olmo Artale, ha difeso le sorelle Cenni e Beccari. Il legale ha definito la sentenza «un risultato che premia le condotte assolutamente legittime e corrette della famiglia Cenni». Alla lettura del verdetto alcuni imputati presenti, in lacrime, hanno abbracciato i difensori.
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