Marchi: «Venezia imiti Trieste la tassa d’imbarco penalizza il Veneto»
Il presidente della Save sulla scelta di Ryanair di investire a Ronchi dei Legionari
«Scalo premiato dall’eliminazione dell’imposta addizionale»

«L’investimento che Ryanair ha deciso di fare in Friuli Venezia Giulia ha il merito di rendere la questione molto chiara: toglie un aereo a Venezia per metterlo a Trieste. E questo perché l’abolizione dell’addizionale da parte del presidente Massimiliano Fedriga ha reso l’aeroporto di Ronchi dei Legionari più competitivo rispetto al Marco Polo».
Enrico Marchi, presidente della Save, concessionaria dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, e di Nem (la società che edita questo giornale), analizza così l’annuncio fatto giovedì dall’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, e spiega che se il Comune di Venezia non tornerà sui suoi passi anche le altre compagnie lowcost potrebbero seguire l’esempio di quella irlandese.
Per Marchi la scelta di Ryanair è infatti la diretta conseguenza dell’introduzione da parte di Ca’ Farsetti della cosiddetta tassa d’imbarco che prevede che ogni passeggero in partenza dall’aeroporto Marco Polo paghi 2,50 euro in più insieme al biglietto. Un balzello sul quale a breve si dovrà pronunciare anche il Consiglio di Stato, dopo il ricorso presentato dalla stessa Save e delle compagnie Ryanair, Volotea e Easyjet.
«Il vantaggio competitivo di Trieste è dimostrato dai numeri», sottolinea Marchi, «su un biglietto da trenta euro chi atterra a Ronchi dei Legionari risparmia 9 euro, dato che il presidente Fedriga, guidando una Regione a statuto speciale, ha potuto cancellare anche la tassa nazionale da 6,5 euro. La mia speranza è che anche il governo intervenga in questa direzione. Ma nell’attesa è fondamentale che venga cancellata almeno l’addizionale comunale».
Recentemente è stata pubblicata una ricerca che mostra come i viaggiatori decidano di prenotare un biglietto rispetto ad un altro in base anche a una differenza di prezzo di appena dieci centesimi. «Per cui, anche se sembrano pochi, pesano anche i 2,50 euro», aggiunge il presidente di Save, «e il Veneto perde opportunità di avere maggiore traffico. E comportandosi così il Comune di Venezia si limita ad incassare soldi disinteressandosi completamente del resto della regione. Perché la verità è che il 60% dei passeggeri in arrivo al Marco Polo non si ferma a Venezia, ma si muove verso altre città venete o anche verso il Friuli Venezia Giulia e l’Est Europa. Una parte di questo traffico ora inevitabilmente si sposterà su Trieste, danneggiando l’intera regione».
Sia il presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga che Ryanair, secondo Marchi, hanno sfruttato molto bene un tema di concorrenza territoriale. «Il progetto di Trieste ha l’obiettivo di attirare da una parte il traffico proveniente dalla Slovenia e dall’altra quello da Venezia», aggiunge il presidente di Save, «la verità è che hanno fatto una scelta intelligente creando una maggiore competitività rispetto al Veneto. Per questo l’aeroporto di Venezia avrà una crescita inferiore rispetto a quella che potrebbe avere». Marchi ha poi annunciato che invierà una lettera al sindaco Luigi Brugnaro per informarlo nei dettagli delle ricadute negative presenti e future della tassa d’imbarco qualora la situazione non cambiasse. «Bene ha fatto Fedriga a cancellare la tassa», conclude il presidente della Save, «purtroppo noi abbiamo il sindaco di Venezia».—
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