L’incertezza frena le richieste di credito delle imprese venete: nel 2019 -7,3%

In lieve aumento l’importo medio richiesto, che si attesta a 77.512 Euro. Tra le province il primato spetta a Treviso, con 95.181 Euro. Vicenza sale al 10° posto nel ranking nazionale ma il balzo più grande è di Verona, che guadagna ben 9 posizioni, e di Padova, che passa dalla 24^ alla 9^ posizione assoluta. Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF

PADOVA. In un contesto macro economico caratterizzato da una contrazione complessiva di mercato e dall’introduzione di nuove norme regolamentari, l’ultimo trimestre del 2019 ha fatto registrare una flessione pari a -2,9% del numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane agli istituti di credito rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. A livello di intero anno la variazione delle richieste di credito risulta complessivamente pari a -3,4% rispetto al 2018, rafforzando ulteriormente la dinamica negativa rispetto ai primi trimestri dell’anno.

La dinamica in atto va contestualizzata rispetto allo stato di salute delle imprese italiane che, pur adottando un atteggiamento cauto in una fase caratterizzata da molteplici elementi di incertezza, vede comunque una progressiva diminuzione del numero di fallimenti, dei ritardi nei pagamenti commerciali e un miglioramento del tasso di default, che risulta in contrazione a partire dal 2014.

LA SITUAZIONE IN VENETO

Se da un lato la propensione delle imprese a richiedere credito per sostenere gli investimenti e l’attività corrente nell’ultimo anno ha segnato una battuta d’arresto a livello nazionale, la dinamica registrata in Veneto risulta ancora più marcata, con una flessione pari a -7,3% rispetto all’anno precedente.

Malgrado questo, considerando il volume complessivo delle richieste in termini assoluti la regione si posiziona al terzo posto nella classifica nazionale, guidata dalla Lombardia.

Tutte le provincie mostrano un andamento negativo, con i cali più significativi a Belluno e a Venezia, rispettivamente pari a -15,4% e -8,3%, seguite da Rovigo, con -8,2%. La contrazione più contenuta, invece, si rileva a Vicenza (-2,5%), che precede Verona (-7,7%) e Treviso (-7,9%).

Per quanto riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese, invece, con 77.512 Euro il Veneto si colloca al di sopra della media nazionale (65.790 Euro), registrando una crescita del +0,4% rispetto al 2018.

A livello provinciale il valore più elevato si rileva a Treviso, che con 95.181 Euro si colloca al 4° poso della classifica nazionale. Seguono Vicenza, che con 80.812 Euro sale al 7° posto del ranking (era 10^ nel 2018), e Padova, che con 78.638 Euro fa il balzo più grande passando dalla 24^ alla 9^ posizione assoluta. Più indietro Venezia, che con 60.495 Euro mediamente richiesti dalle imprese si colloca al 30° posto in Italia.

“Anche l’ultimo trimestre del 2019 ha confermato il rallentamento delle richieste di credito presentate dalle imprese, che ha caratterizzato l’intero anno appena concluso malgrado i tassi di interesse applicati continuino a mantenersi sui livelli molto bassi - spiega Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Senza dubbio il mercato del credito alle imprese sta vivendo una fase di forte cambiamento, accelerato anche dall’avvento da un lato di nuove normative e dall’altro di tecnologie innovative. In questo contesto, per le aziende di credito si presenta l’opportunità di adottare soluzioni di open banking per sviluppare nuovi prodotti e occasioni di relazione con la clientela business. Il tutto con logiche che vanno oltre la valutazione del merito creditizio e consentono di accompagnare l’impresa in tutte le fasi del rapporto: dall’aumento di fido alla proposta di servizi non bancari e a valore aggiunto”.

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