Le mani della criminalità sulle imprese venete: situazione critica a Padova, Verona e Venezia

VENEZIA. L’allarme lo lancia l’Ufficio studi della CGIA: nel 2019 sono state segnalate all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia oltre 8.700 operazioni sospette di riciclaggio nel Veneto. Stiamo parlando di presunti illeciti compiuti in massima parte da organizzazioni criminali che cercano di reinvestire in aziende o settori “puliti” i proventi economici derivanti da operazioni illegali.
L’economia criminale: unico settore che non conosce crisi
E’ evidente – afferma il segretario della CGIA Renato Mason – che le organizzazioni che gestiscono queste attività criminali hanno la necessità di reinvestire i proventi nell’economia legale. Ed è molto importante che in sede di controllo le autorità preposte siano in grado di distinguere bene il capitale dell’azienda da quello di provenienza sospetta, al fine di evitare commistioni che potrebbero generare, in fase di istruttoria, dei pericolosi fraintendimenti. Il boom di denunce avvenute tra il 2009 e il 2019, comunque, è un segnale molto preoccupante.
Pur non conoscendo il numero delle segnalazioni archiviate dalla Uif e nemmeno la dimensione economica di quelle che sono state successivamente prese in esame dalla DIA o dalla Polizia Valutaria, abbiamo il sospetto che l’aumento delle segnalazioni registrato in questi ultimi anni dimostri che l’economia criminale è l’unico settore, in tutto il Paese, che non ha risentito della crisi”.
Tra il 2018 ed il 2019 le segnalazioni nel Veneto sono aumentate del 6,5 per cento. Se nel 2018 erano 8.254, l’anno scorso hanno raggiunto la quota di 8.788. La CGIA ricorda che una volta ricevuti questi “avvisi”, la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni sospette e le trasmette, arricchite dell'analisi finanziaria, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e alla Direzione Investigativa Antimafia (DIA). Solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia.
Campania, Lombardia e Liguria le regioni più a rischio
A livello regionale le realtà più “colpite” nel 2019 sono state la Campania (222,8 segnalazioni ogni 100 mila abitanti), la Lombardia (208,1) la Liguria (185,3) e la Toscana (184). Il Veneto, prima regione del Nordest, è al sesto posto nazionale (179,1). Le realtà meno interessate, invece, sono state l’Abruzzo (115,7 ogni 100 mila abitanti), l’Umbria (110,3) e la Sardegna (86,6).
Rispetto al 2018, Sicilia (+26,3 per cento), Molise (+23,8 per cento) e la Basilicata (+17,4 per cento) sono state le realtà che hanno registrato le variazioni percentuali di crescita del numero di segnalazioni più importanti. A Nordest il Veneto ha segnato un +6,5 per cento.
Situazione critica a Padova, Verona e Venezia
A livello provinciale le realtà venete che nel 2019 hanno registrato il più alto numero di segnalazioni giunte all’Unita informazione finanziaria ogni 100 mila abitanti sono state Padova (195,8), Verona (190,9) e Venezia (186,9). Rispetto al 2018 la provincia che ha registrato l’incremento più importante è stata Venezia (+24,4 per cento). Seguono Padova (+9,4 per cento) e Vicenza (+7,3 per cento). Forte caduta, invece, a Rovigo: rispetto al 2018 la contrazione è stata del 15,7 per cento.
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