Trieste Airport, i sindacati: carichi di lavoro eccessivi, servono nuove assunzioni

L’appello di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti a fronte della rapida crescita dello scalo. «Il rischio di disservizi è reale e imminente»

La redazione

Una crescita di risorse umane, tutele e sostenibilità del lavoro che possa accompagnare la crescita dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari. È l'appello comune lanciato dalle segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti di fronte alla fase di grande crescita che sta attraversando il Trieste Airport.

Con quasi 1,7 milioni di passeggeri previsti a fine 2025 e una crescita negli ultimi tre anni del 140%, lo scalo triestino è oggi il secondo aeroporto europeo di medie dimensioni per crescita, con un aumento significativo delle compagnie aeree operative e delle destinazioni raggiungibili. Il traffico passeggeri è quasi raddoppiato, così come il volume dei bagagli gestiti ogni giorno.

«Un successo che però non si riflette sull’organico: il numero dei dipendenti è rimasto pressoché invariato. Questo - sottolineano le sigle sindacali - ha portato a un fortissimo carico di lavoro, con turni estenuanti, un utilizzo eccessivo di straordinari e flessibilità, che coinvolge sia i lavoratori full time che quelli part time».

Particolarmente critica è per i sindacati la situazione legata al boom dei voli charter crocieristici, che comportano attività operative intense quasi ogni sabato e domenica, «rendendo complicata anche una minima conciliazione tra vita lavorativa e vita privata. A ciò si aggiunge la difficoltà nel concedere ferie, ormai diventate un privilegio raro e non più un diritto garantito. Questa condizione - prosegue la nota congiunta - sta generando un forte aumento dello stress lavoro-correlato, con ricadute sulla salute psicofisica dei lavoratori e sul clima aziendale».

I sindacati dei lavoratori dello scalo chiedono un intervento immediato da parte dell’azienda. «Servono nuove assunzioni e una riduzione concreta dei carichi di lavoro, per evitare che la situazione diventi ingestibile. Il rischio di disservizi è reale e imminente. Finora, solo il grande senso di responsabilità e il sacrificio quotidiano dei lavoratori ha evitato ricadute visibili sul servizio. Ma non si può continuare così».

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