Export Fvg in crescita, meno donne occupate

Secondo le elaborazioni del ricercatore dell’Ires Alessandro Russo su dati Istat, nei primi nove mesi del 2025 si attesta a 16 miliardi di euro, quasi tre miliardi in più di quanto registrato nello stesso periodo del 2024

Giorgia Pacino
La cantieristica è un comparto fondamentale per l'export del Friuli Venezia Giulia
La cantieristica è un comparto fondamentale per l'export del Friuli Venezia Giulia

Anche al netto della cantieristica – il cui apporto resta determinante – il trend rimane positivo, con una crescita del 2,6%.

Mantiene il segno più l’export in Friuli Venezia Giulia, che secondo le elaborazioni del ricercatore dell’Ires Alessandro Russo su dati Istat, nei primi nove mesi del 2025 si attesta a 16 miliardi di euro.

Quasi tre miliardi in più di quanto registrato nello stesso periodo del 2024, facendo segnare la crescita più elevata tra tutte le regioni italiane (+22,5% in termini relativi).

A livello nazionale la variazione è stata pari a più 3,6%, nel Nordest si è fermata a un più 1,9%.

Da gennaio a settembre le vendite di navi e imbarcazioni hanno sfiorato i 3,7 miliardi (pari a un incremento del 245,6%).

Risultati positivi per gli altri settori di specializzazione dell’economia regionale: meccanica strumentale (+7,6%), mobili (+6,9%), prodotti alimentari e bevande (+8,6%) , apparecchi elettrici (+12,6%).

Più stabile l’andamento della metallurgia (-1,8%), mentre si ridimensiona il comparto che comprende computer, apparecchi elettronici e ottici con un calo del 46,5%.

Crescono i flussi destinati alla Germania (+55,3%), agli Stati Uniti (+67,5%), grazie alla cantieristica navale. Si segnala un calo delle esportazioni solo verso la Polonia (-6,8%).

Nei primi nove mesi del 2025 il numero di occupati in regione è in media pari a 525.800 unità, 1.800 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-0,3%).

La diminuzione ha riguardato quasi esclusivamente la componente femminile (-1.600 su base annua).

Il calo si è concentrato sul lavoro indipendente (-5.300 unità, pari a -5,1%), mentre l’occupazione dipendente registra un aumento di 3.500 unità (+0,8%).

Il risultato positivo dell’industria (+7.300 occupati su base annua) compensa il deciso calo registrato nell’edilizia (-5.600 unità), dovuto al ridimensionamento degli incentivi fiscali.

Sono diminuiti anche gli occupati nel settore primario (-1.900 unità). Il tasso di occupazione regionale si è attestato al 69,5%.

In calo il ricorso agli ammortizzatori sociali: tra gennaio e settembre sono state autorizzate 10,3 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, in calo del 9,2%. —

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