Confapi Fvg: «Cantieri più sicuri con il nuovo badge digitale»

Per il presidente dell’associazione Massimo Paniccia il nuovo strumento rappresenta un passo avanti sul fronte della tracciabilità e del controllo

La redazione

Con il decreto legislativo 159/2025, in vigore dal 31 ottobre, debutta il badge digitale per il riconoscimento dei lavoratori impegnati in appalti e subappalti. Il dispositivo elettronico, che sostituisce il tradizionale tesserino di riconoscimento, collega il lavoratore, l’impresa, il rapporto di lavoro e le relative qualifiche. Per Confapi FVg il “badge digitale” rappresenta un passo avanti sul fronte della tracciabilità e del controllo, ma non può essere considerato uno strumento risolutivo, se non inserito in una strategia più ampia di qualificazione delle imprese e di responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti.

«Occorre un intervento strutturale che introduca un sistema effettivo di qualificazione delle imprese fin dalla fase di accesso al settore, in particolare in edilizia – sottolinea il presidente dell’associazione regionale, Massimo Paniccia –. Per i lavori pubblici esiste da tempo una disciplina specifica, mentre per i lavori privati, per operare è sufficiente la sola iscrizione alla Camera di Commercio. Troppo poco senza un corrispondente miglioramento della qualità e dell’affidabilità delle filiere».

Il tema è di particolare rilievo per il Friuli Venezia Giulia dove l’andamento infortunistico resta significativo. Stando ai dati Inail, nel 2024 le denunce di infortunio sul lavoro in regione sono state 13.600, con 19 casi mortali. Nei primi nove mesi del 2025 gli incidenti sul lavoro si sono attestati a 11.502, in lieve flessione, dell’1%, sullo stesso periodo dell’anno precedente, di cui 14 mortali, uno in meno rispeto ai primi nove mesi del 2024.

L’edilizia si conferma tra i comparti più critici: quasi il 10% degli infortuni “in occasione di lavoro” denunciati in regione e 2 dei 14 incidenti mortali di quest’anno si sono verificati nei cantieri delle costruzioni.

«Questi numeri – osserva Paniccia – richiamano tutti alla responsabilità: committente privato, impresa appaltatrice, subappaltatori e lavoratori. Troppo spesso gli incidenti non sono riconducibili solo a carenze formative, ma anche a lacune progettuali, mancanza di coordinamento delle lavorazioni, tempi di esecuzione non compatibili con la natura e la complessità degli interventi».

«Qualificazione, coordinamento e responsabilizzazione degli operatori sono elementi propedeutici ad una politica sulla sicurezza nei luoghi di lavoro» ribadisce Paniccia.

In quest’ottica, Confapi Fvg richiama anche l’importanza dei sistemi di gestione e delle certificazioni volontarie in materia di qualità, ambiente e sicurezza (ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001, modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/2001), già ampiamente diffusi tra le imprese associate e sostenuti dall’associazione attraverso attività di sensibilizzazione, informazione, formazione, consulenza e accompagnamento.

«Il “badge digitale” può essere l’occasione per rafforzare la collaborazione tra istituzioni e imprese, in una logica di prevenzione condivisa – conclude Paniccia –. La sicurezza non è mai un costo, ma un investimento nel valore delle persone e nel futuro del lavoro e dell’impresa». 

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