La Gdf in Popolare di Vicenza. La banca: "Serena collaborazione"

"Acquisiti i documenti mancanti" ha dichiarato il procuratore di Vicenza. La ricerca: sui finanziamenti concessi dagli ex vertici tra il 2012-14, specie i i fidi più ingenti. A Udine iscritti tra gli indagati 4 direttori di filiale in provincia

Sono passati nove mesi da quel 22 settembre 2015. Fu allora che la Procura di Vicenza aprì un fascicolo iscrivendo sei indagati nel caso della Banca Popolare di Vicenza: l'ex presidente Gianni Zonin, Samuele Sorato e i suoi due vice direttori Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta poi i consiglieri, successivamente dimessi, Giuseppe Zigliotto, ex presidente Confindustria Vicenza e la docente Giovanna Dossena.

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Finiva però indagata anche la Banca per responsabilità amministrativa, in relazione a una presunta inadeguatezza dei modelli di controllo.

Il 21 giugno 2016 la Gdf è tornata nella sede della Popolare a Vicenza per una nuova perquisizione. Alle indagini di Vicenza si erano poi unite, tra la fine 2015 e i primi mesi 2016, anche le Procure di Udine e Prato aggiungendo nuovi reati a quelli di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Si indagava quindi anche per truffa, falso in bilancio e poi si ipotizzò pure il reato di associazione per delinquere.

Le perquisizioni di oggi si riferiscono al filone principale dell'inchiesta (periodo 2012-2014) ovvero l'acquisto di azioni della banca tramite finanziamenti: le cosidette "operazioni baciate" su cui oggi pesa l'ordinanza del Tribunale di Venezia, sezione specialistizzata in materia di impresa del 29 aprile 2016 e comunicata pochi giorni fa, che ha accolto il ricorso di un cliente a cui era stato chiesto da Bpvi un recupero crediti per oltre 9,3 milioni. Trattavasi di operazione baciata.

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Secondo i riscontri Bce e anche l'ipotesi investigativa, la banca avrebbe finanziato l'acquisto di azioni proprie per oltre 1 miliardo di euro: cifra indicata anche dall'ad Francesco Iorio che l'ha dovuta "togliere" dal capitale bancario. Ragion per cui, si è poi resa necessaria una ricapitalizzazione da 1,5 miliardi sottoscritta dal Fondo Atlante che oggi controlla il 99% dell'istituto, post riduzione dell'azione a 0,10 centesimi (da 48 euro) e un'Ipo saltata in assenza di sottoscrizioni e flottante.

"Cercavamo documenti che non erano ancora stati acquisiti, per un confronto con quelli già oggetto della prima perquisizione, e che oggi abbiamo trovato", ha riferito il procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri. Si tratta in particolare, si è appreso questa mattina, della documentazione cartacea e informatica riguardante i finanziamenti concessi dagli ex vertici della Vicentina nel periodo 2012-2014, e tra essi i fidi più ingenti concessi, ad esempio, al gruppo che fa capo all'imprenditore romano Alfio Marchini (che era tra i candidati a sindaco di Roma), e ai gruppi Fusillo e Degennaro. Non vi sono però, ha chiarito il magistrato, nuovi indagati.

La banca, come sempre, risponde alla perquisizione in corso con "piena e serena collaborazione con gli inquirenti". Pochi giorni fa il suicidio di Antonio Bedin pensionato che aveva perso nel crac i propri risparmi. Ieri una manifestazione silenziosa con ceri e lumini di fronte alle filiali venete della banca.

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Erano mesi che la Procura berica non faceva sentire la propria voce in un silenzio giudicato assordante da risparmiatori, legali e azionisti. All'inizio dell'inchiesta, il Procuratore Antonino Cappelleri aveva annunciato nuovi reati e indagati, ma dopo il fervore dei primi tempi era calato il sipario sulle indagini e anche sulle dichiarazioni.

Oggi a Udine, intanto, la Procura friulana ha iscritto i primi nomi sul registro degli indagati nell'ambito del filone friulano dell'inchiesta sulla Banca Popolare di Vicenza. Si tratterebbe di quattro direttori di filiali, di Udine e provincia. Questi, secondo quanto si è appreso, sarebbero già stati interrogati nei giorni scorsi dal titolare dell'inchiesta, il pubblico ministero Elisa Calligaris. Il reato ipotizzato a loro carico, allo stato, è truffa ai danni di tre clienti che avevano denunciato di essere stati indotti e condizionati all'acquisto di azioni dell'istituto di credito. Raccolti i primi riscontri nel corso delle indagini delegate alla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, la Procura di Udine punta ora a ricostruire la catena direttiva dell'istituto di credito ed a valutare l'eventuale concorso di terze persone.

@eleonoravallin

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