Tajani a Zagabria: «Collaboriamo, la Via del Cotone è un’opportunità»
Al business forum Italia-Croazia il ministro cita il porto di Trieste, «punto di partenza del corridoio»

La “Via del Cotone”, ossia la rotta commercial-logistica dall’India alla Ue, via Medio Oriente? Una grande opportunità per l’Europa, soprattutto alla luce della guerra dei dazi scatenata da Trump. E in particolare per Trieste, che potrebbe esserne uno dei terminali. È il forte messaggio-consiglio lanciato ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani da Zagabria, dove si è tenuto il business forum tra Italia e Croazia, nazione dove operano oltre 300 aziende italiane, con il nostro Paese secondo fornitore, una quota di mercato superiore al 13%, un interscambio di circa otto miliardi.
E proprio l’economia globale, su cui si allungano ombre fosche, è stata al centro della visita di Tajani. L’Italia, ha così ricordato il titolare della Farnesina a Zagabria, ha già avviato «un piano d’azione per l’export per tener testa alla crisi dell’auto in Germania e per affrontare quanto accade in Usa, guardando a realtà diverse dove poter esportare e investire».
E proprio in quest’ottica la Via del Cotone, alternativa a quella della Seta a propulsione cinese, potrebbe giocare un ruolo decisivo. Anche se sulla carta «Usa ed Europa sono facce della stessa medaglia, dobbiamo fare in modo che non ci siano guerre commerciali» e nel frattempo bisogna «lavorare insieme e credo che una delle opportunità sia la Via del Cotone» ha così osservato Tajani, sottolineando che «crediamo che Trieste possa esserne il punto di partenza».
Ma anche i padroni di casa del Forum, i croati, dovrebbero approfittarne, perché «la Croazia non può non essere protagonista di questa nuova stagione». Stagione che offre opportunità, ma anche sfide importanti, in un quadro con qualche luce e molte ombre. Luci come quella evocata da Tajani, che ha richiamato i «progetti energetici» tra Roma e Zagabria, come un cavo sotterraneo italo-croato, da realizzare con fondi Ue, che «potrebbe essere un punto di svolta».
Ma ci sono anche tante ombre, come quella della «guerra dei dazi» appunto, conflitto che «non serve a nessuno», ha continuato l’inquilino della Farnesina, sottolineando invece che l’ideale sarebbe un vero «libero mercato» come quello Ue. E «la collaborazione emersa anche oggi tra imprese croate e italiane dimostra quanto si possa fare nel mercato unico dell’Ue», ha rimarcato Tajani. A Zagabria – dove Tajani ha visto anche il premier Plenković – si è parlato anche della situazione nei Balcani, regione la cui adesione alla Ue «deve essere fatta in tempi rapidi», l’auspicio di Tajani. Preoccupa però la crisi politica e istituzionale in Bosnia, ha ammesso il ministro degli Esteri.
Tajani, a margine del Forum, ha discusso anche con il vicepresidente del Parlamento croato e deputato Furio Radin, col presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, e il presidente della Giunta esecutiva Ui, Marin Corva.
In agenda, in particolare, l’avvio del tavolo tecnico misto per l’attuazione del Trattato sulla tutela delle minoranze del 1996 e possibili correttivi alla legge italiana sulla cittadinanza, per evitare conseguenze negative per i più giovani membri della comunità italiana in Slovenia e Croazia. «Il ministro ha dimostrato grande sensibilità e ha convenuto con noi sulle questioni poste», conferma Tremul. In particolare «sulla cittadinanza si è detto molto disponibile ad analizzare correttivi affinché questa legge non produca effetti negativi per l’unica minoranza italiana all’estero che vive in due Stati dove l’italiano è lingua ufficiale». —
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