Rfi, cantiere da 20 milioni al Porto: costruirà il “cervello” delle rotaie
È uno dei tasselli del grande piano per portare i traffici dagli attuali 12-13 mila treni all’anno a 25 mila. L’Authority spenderà nella sua area 77 milioni collegandosi con la rete esterna

Rete ferroviaria italiana fa un altro passo nei lavori di potenziamento dei traffici su treno nel porto di Trieste. È di ieri l'annuncio dell'inizio delle opere nella parte della stazione di Campo Marzio di competenza dell'Autorità portuale, che ha affidato a Rfi un cantiere da 20 milioni finalizzato a creare l'apparato centrale computerizzato dal quale sarà gestito il flusso di convogli in tutto lo scalo. È uno dei tasselli dell'intervento da centinaia di milioni, con cui entro il 2026 Rfi e Authority vogliono portare la capacità potenziale del porto dagli odierni 12-13 mila treni all'anno a 25 mila.
Rfi ha dato il via alla modernizzazione degli impianti ferroviari nella parte di Campo Marzio sotto gestione dell'Autorità, perché posizionata dentro i confini del porto in regime di punto franco. I lavori prevedono il potenziamento infrastrutturale, il raccordo con le opere che Rfi sta conducendo nella parte di stazione di sua competenza e la realizzazione della sala comandi. L'investimento vale 20,5 milioni, ma l'Authority spenderà nella sua area un totale di 77 milioni, collegando in una seconda fase il fascio di binari con la rete esterna.
La nota evidenzia che l'appalto da 20 milioni comporterà intanto «una semplificazione delle operazioni di manovra con accesso diretto ai moli (Riva Traiana, V e VI, ndr ) e conseguente incremento della capacità dell'impianto. I deviatoi verranno connessi agli apparati centrali e non sarà più necessario manovrarli a mano con notevoli vantaggi in termini di tempo». L'allungamento dei fasci di binario consentirà inoltre di formare i convogli fuori dalla stazione, riducendo il numero di manovre oggi necessario.
A Campo Marzio Rfi sta già lavorando sulla parte soggetta alla sua gestione. La capofila del Polo infrastrutture del gruppo Fs ha in programma a Trieste cantieri per 112 milioni, di cui 80 dedicati proprio a Campo Marzio. Rfi procede all'ammodernamento dell'infrastruttura su ferro della stazione e metterà inoltre a gara entro il 2023 anche il nuovo Varco 5 per l'ingresso e l'uscita diretta dei treni dal Molo VII, con ulteriore velocizzazione dei movimenti. Come sempre si lavora di notte, in modo da permettere la piena attività in orario diurno.
Il risultato finale sarà la fusione delle due parti di stazione, con abbattimento del muro doganale che ora divide in due Campo Marzio, che sarà posta a quel punto interamente in regime di punto franco, limitando il numero di controlli doganali oggi necessari a far passare le merci da una parte all'altra della barriera.
Gli ultimi 32 milioni, parte della dotazione di 112 milioni a disposizione di Rfi, servirà per riportare a nuova vita le stazioni di Aquilinia e Servola. Da giugno Aquilinia ha ripreso a funzionare dopo anni: la stazione può ora accogliere treni provenienti da Campo Marzio e dal terminal FreeEste di Bagnoli della Rosandra. Lo snodo è stato dotato di 4 binari e, in attesa dell'installazione delle tecnologie necessarie alla piena operatività (la gara per la fornitura si chiuderà entro l'anno), fungerà da deposito per container e rimorchi della Piattaforma logistica. Ad Aquilinia verranno collegati in futuro anche l'area delle Noghere e il terminal ungherese Adria Port: i lavori sui binari dedicati saranno condotti direttamente dall'Autorità portuale.
La nuova stazione di Servola è inserita invece nel finanziamento Pnrr da 180 milioni per la riqualificazione dell'ex Ferriera a scopi logistici. Quando Autorità portuale e privati partiranno con i lavori, Rfi si affiancherà con altri 50 milioni per allacciare la stazione alla rete nazionale. Tanto Servola quanto Aquilinia saranno poi controllate dall'apparato centralizzato di Campo Marzio, dove un capostazione di Rfi e uno dell'Autorità portuale organizzeranno il traffico dalla stessa sala. Rfi ha bandito la gara per estendere l'apparato tecnologico alle due stazioni, che serviranno lo sviluppo dei nuovi terminal di Hhla e Adria Port. L'intenzione è avere un unico operatore che gestisca i traffici, efficientando al massimo la programmazione e garantendo così più capacità.
Alcune opere sono intanto già archiviate. Nel 2020 è stata riaperta la linea tra Campo Marzio e Villa Opicina (costo 5,5 milioni): si tratta della vecchia Transalpina, pensata come bypass per l'ingresso dei treni in discesa verso il porto, ma in futuro potrà essere usata anche per il turismo ferroviario.
Nel 2021 è stata inoltre riattivata con una spesa di 7,3 milioni la bretella di collegamento diretto tra Servola e la galleria di circonvallazione, da cui i treni merci escono dal porto passando per un lungo tratto sotto la città: i treni ora vanno e vengono da Servola senza passare da Campo Marzio, alleggerendo la stazione. Sempre nel 2021 Rfi ha infine allacciato la Piattaforma logistica alla rete, riattivando con lavori per 1,5 milioni la cosiddetta linea bassa.
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