Il Ministero dei Trasporti sospende la gara per la concessione della A22

Il Mit congela fino a novembre la procedura. Sotto esame il diritto di prelazione, contestato da Bruxelles

Roberta Paolini

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha sospeso la gara per l’affidamento in concessione della tratta autostradale A22 Brennero–Modena. Lo stabilisce un decreto firmato dal direttore generale Sergio Moschetti, datato 26 giugno 2025, che blocca la procedura fino al 30 novembre 2025 – e comunque non oltre la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea sulla compatibilità del diritto di prelazione nei sistemi concessiori.

Al centro della controversia c’è la clausola che consente al promotore – se non risultasse vincitore – di esercitare il diritto di prelazione, diventando aggiudicatario alle stesse condizioni del vincitore. Una previsione che la Commissione Europea ha fortemente contestato. In particolare, la Direzione Generale GROW di Bruxelles ha espresso «forti dubbi circa la compatibilità» di tale diritto con i principi di concorrenza e trasparenza dell’ordinamento europeo, sottolineando l’assenza di «garanzie procedimentali» e il rischio di eludere la parità di trattamento tra operatori economici.

La clausola era comunque subordinata – fin dal bando rettificato del 18 marzo 2025 – all’acquisizione del parere favorevole della Commissione Europea che invece si è pronunciata in modo critico. Il pronunciamento definitivo è atteso dalla Corte di Giustizia UE, che dovrà esprimersi sul quesito sollevato nel procedimento C-810/24, relativo alla compatibilità tra il diritto di prelazione italiano e i principi europei di libertà di stabilimento, libera prestazione di servizi, proporzionalità e buona amministrazione.

Secondo il decreto, la sospensione è una misura cautelativa volta a garantire la stabilità del quadro normativo e giurisprudenziale, elemento considerato essenziale per la corretta gestione della procedura di gara. La Direzione Generale per le autostrade e la vigilanza sui contratti di concessione ha ribadito che la sospensione non inciderà sulla durata complessiva della futura concessione.

La gara per l’Autostrada del Brennero, come si ricorderà, era stata pubblicata in extremis, nella serata del 31 dicembre 2024, e rappresentava la prima grande partita del risiko autostradale che si aprirà con la scadenza, a fine 2026, della concessione della A4 Brescia-Padova. In seguito c’era stata una rettifica e la proroga del termine di partecipazione al 30 giugno 2025. Ora, il cronoprogramma subirà uno slittamento in attesa del pronunciamento dei giudici europei, con inevitabili ripercussioni anche sui tempi di affidamento della concessione.

Il 18 dicembre 2024 è entrata in vigore la legge Concorrenza 2024, che stabilisce il divieto di fare affidamenti usando la prelazione nelle concessioni autostradali (è una delle riforme previste dal Pnrr). Il Mit ha comunque tentato di giocare la carta incassando però il parere negativo della DG Grow.

La decisione, dopo numerosi rinvii, arriva per altro al culmine di una tensione crescente tra concessionari e governo Meloni, che si gioca proprio sul campo strategico del Nord Est.

A proporre una nuova concessione in project financing era stata l’attuale società concessionaria, Autobrennero. Il piano prevedeva investimenti per 9,2 miliardi di euro, con il riconoscimento, in qualità di promotore, del diritto di prelazione. Ed è proprio su questo punto che si è acceso lo scontro.

Ancora quest’inverno i vicepresidenti di Aiscat – l’associazione confindustriale dei concessionari – avevano scritto una lettera dai toni durissimi al ministro Matteo Salvini e al presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, Nicola Zaccheo, contestando la validità della clausola e accusando il bando di deviare dal sistema regolatorio definito nel 2019. Le firme in calce non erano marginali: Marco Monaco (Autostrade Alto Adriatico), Roberto Tomasi (Autostrade per l’Italia) e Umberto Tosoni (Astm). Una mossa senza precedenti, letta come un primo segnale pubblico di rottura tra il settore autostradale e l’esecutivo.

A scatenare l’irritazione dei concessionari non è solo la questione A22. A complicare il quadro è poi arrivato il via libera, non ufficializzato ma già annunciato da Salvini, all’affidamento diretto della Brescia-Padova alla holding veneta Cav. Un segnale chiaro che il governo intende giocare la carta della rinazionalizzazione, sottraendo concessioni ai privati via via che andranno a scadenza.

Il bando per la A22, salutato inizialmente dalla politica locale come una grande vittoria per il territorio, potrebbe così rivelarsi un boomerang. E la sospensione annunciata sembra solo l’inizio di un braccio di ferro destinato a durare.

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