Progettisti green ed esperti cyber. L’economia del mare cerca nuovi manager
l sondaggio effettuato da Federmanager tra 200 aziende del settore. Il Fvg regione apripista per formare le nuove competenze richieste

Figure capaci di pianificare e sviluppare strategie agili e flessibili, di creare un ambiente di lavoro positivo e coinvolgente, esperti di progettazione e innovazione di prodotti green, e in grado di gestire più che l’intelligenza artificiale, la cybersecurity.
Con doti di leadership e di gestione del cambiamento. E se dovranno essere formati questo avverrà in azienda, in presenza, con immersioni esperienziali.
Sono i tratti che dovranno avere i nuovi manager dell’economia del mare. Lo chiedono le aziende del settore che hanno risposto (in oltre 200) al sondaggio lanciato da Federmanager attraverso interviste e questionari dedicati tra stakeholder strategici. Tra questi 72 aderenti alla stessa associazione e 15 top manager, oltre che imprenditori e specialisti. Un progetto finanziato da Fondirigenti – il fondo per la formazione continua del management promosso da Confindustria e Federmanager con oltre 14 mila imprese aderenti e 80 mila dirigenti – e presentato ieri a Monfalcone nella sede di Mare Tc Fvg, il cluster per il settore delle tecnologie marittime, dell’aerospazio e delle energie rinnovabili.
Perché è il Fvg la regione scelta da Federmanager per lanciare il progetto, visto che la gran parte dei punti di Pil derivano dall’economia del mare. Dal colosso Fincantieri che a Monfalcone ha il più grande cantiere del gruppo (23.500 addetti tra diretti e indotto) al Polo della Nautica tra i più rilevanti d’Italia. Senza contare che la nautica in Fvg vale il 15% del Pil regionale con 10 mila addetti e 1.350 imprese. Sull’altro fronte il sistema dei porti (Trieste, Monfalcone, Porto Nogaro) e gli interporti per la logistica.
L’obiettivo è delineare nuovi modelli organizzativi e formativi per affrontare le trasformazioni in atto nel comparto marittimo-industriale, attraverso un percorso di studio e confronto territoriale che Federmanager Fvg ha promosso assieme a Confindustria Alto Adriatico, con il Mib di Trieste, MareFvg, e il Dipartimento Deams dell’Università di Trieste. I dati raccolti – hanno spiegato Marco Bodini, presidente di Fondirigenti, ma anche il braccio operativo del progetto, Claudio Barbina, responsabile del ramo politiche attive e formazione di Federmanager Fvg – confluiranno in un position paper con linee guida per lo sviluppo sostenibile, organizzativo e formativo del sistema portuale-logistico regionale.
«Un progetto con obiettivi ambiziosi, che punta a definire quali saranno le caratteristiche del patrimonio umano al quale sarà chiesto di gestire le sfide dell’economia del mare – ha spiegato Giuseppe Coronella, amministratore delegato del cluster MareFvg – e i settori in cui è coinvolta la nostra regione riguardano un panorama completo. Dai porti alla logistica, dalla cantieristica alla nautica. Non c’è in gioco soltanto la difficile sfida della doppia transizione, energetica e digitale. Bisogna riuscire ad attrarre e formare nuovi manager capaci di gestire le complessità del sistema. Dalla finanza all’ingegneria sino alla digitalizzazione».
«Le aziende chiedono manager con nuove competenze, in grado di intercettare i trend del mercato – ha aggiunto Bodini – per questo Fondirigenti ha deciso di appoggiare questo progetto lanciato da Federmanager Fvg. Puntiamo a realizzare una formazione sartoriale per l’alta professionalità. E il sondaggio è stato studiato per capire di cosa hanno bisogno le aziende dell’economia del mare. La scelta è caduta sul Fvg perché è un regione in prima linea nel settore con centri produttivi e scientifici di grande eccellenza».
Al professor Guido Bortoluzzi, docente sia all’Università di Trieste che al Mib, il compito di illustrare i risultati del sondaggio che, a parte le richieste di manager flessibili, ha sorpreso perché le aziende più che cercare competenze in termini di digitalizzazione hanno sottolineato la necessità di avere persone competenti nella cybersecurity. E per quanto riguarda i prodotti green è stata ribadita la volontà di puntare alla completa circolarità dei nuovi prodotti.
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