«Pronti ad abbassare i pedaggi sulla A4 nel 2026»: il progetto di Autostrade Alto Adriatico

Intervista al presidente Marco Monaco, fra bilancio del primo anno al vertice e prospettive future. «Troppi vent’anni per la terza corsia? Con i soldi dallo Stato nel 2005 avremmo finito molto prima»

Piero Tallandini
Veicoli in coda alla barriera del Lisert
Veicoli in coda alla barriera del Lisert

Nessun rincaro per i pedaggi nel 2026. Anzi, l’obiettivo è abbassarli. Lo assicura il presidente di Autostrade Alto Adriatico Marco Monaco in questa intervista in cui delinea un bilancio del suo primo anno al vertice della concessionaria (in carica dal luglio 2024), entrando anche nel merito dei ritardi nella realizzazione della terza corsia sull’A4: un’opera inserita nel Piano economico finanziario di Autovie ormai più di un quarto di secolo fa e che sarà completata, a questo punto, solo nel prossimo decennio.

Presidente, che situazione ha trovato?

«Positiva. Mi sono ritrovato alla guida di una società gestita benissimo, che oltre a svolgere un servizio pubblico ha il compito di realizzare grandi investimenti di lungo periodo. Ogni tanto far entrare un po’ di aria nuova è salutare e mi pare che adesso sia tornato l’entusiasmo giusto per le sfide che dobbiamo affrontare».

Marco Monaco, presidente di autostrade alto adriatico. foto massimo silvano
Marco Monaco, presidente di autostrade alto adriatico. foto massimo silvano

La terza corsia, compreso il lotto veneto su cui si lavorerà nel prossimo quinquennio, è già costata 2 miliardi. È giusto che l’abbiano pagata le concessionarie e dunque gli utenti al casello?

«La modalità scelta non è stata imposta solo per noi. Le concessioni si reggono sul meccanismo del pedaggio che di fatto ripaga gli investimenti. Sarebbe bello avere centinaia di milioni di finanziamenti, ma è finita l’epoca in cui si chiedeva allo Stato di investire a occhi chiusi. Stiamo realizzando un investimento sostenibile e il nostro pedaggio è tra i più bassi d’Italia per costo al chilometro. Uno dei pochi che non è aumentato nel 2025».

«Rafforzamento del Lisert? Valutiamo il sistema dell’eurovignetta, una sorta di “free flow” spinto anti code»

E nel 2026?

«Abbiamo già previsto di non aumentare il pedaggio il prossimo anno e siamo pronti anche ad abbassarlo se l’Autorità di regolazione dei trasporti detterà prescrizioni chiare su questo punto. L’obiettivo sarà sempre mantenere la rete in perfetto esercizio con un servizio all’utenza all’altezza e un transito sicuro. I risultati recenti ci dicono che stiamo andando nella direzione corretta».

Servirà comunque chiedere aiuto a Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Banca europea per gli investimenti (Bei)?

«No. Una delle prime decisioni assunte esaminando il Piano economico finanziario (Pef ndr) è stata quella di rinunciare a un finanziamento di 750 milioni da Cdp e Bei, perché con le nostre forze riusciremo a realizzare gli investimenti, senza indebitarci. E ci terrei a ringraziare Cdp e Bei per la sensibilità dimostrata nel sostenere il passaggio della concessione tra Autovie Venete e Autostrade Alto Adriatico».

I lavori per la terza corsia sono iniziati nel 2010 e l’opera non verrà completata prima del 2031. Vent’anni per realizzare la terza corsia sembrano proprio troppi, non crede?

«L’approvazione del Cipe è del 2005, ma il commissario delegato per l’emergenza che ha preso in carico la realizzazione è stato nominato nel settembre 2008 e la copertura finanziaria non è arrivata dallo Stato, ma dalla concessionaria. Poi, nel 2012 ci sono stati problemi nel reperire finanziamenti dalle banche e nel 2017 si è posto il tema del subentro della concessione. Eppure, nel frattempo sono state realizzate opere per un totale di un miliardo. Quindi, dei due miliardi necessari per l’intera infrastruttura, uno è stato già messo a terra, l’altro aggiudicato nello scorso agosto, con risorse recuperate attraverso il pedaggio. Inoltre i lavori sono stati portati avanti sempre con l’autostrada in esercizio. Certo, se avessimo avuto già nel 2005 quei due miliardi direttamente dallo Stato, avremmo finito molto, molto prima».

«Riusciremo a completare l’opera senza il finanziamento da 750 milioni di Cdp e Bei»

La politica nell’arco degli ultimi 25 anni avrebbe potuto fare di più per accelerare?

«Francamente no. Siamo una società pubblica, sottoposta a un quadro normativo rigoroso per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse economiche, a cominciare dal fatto che il Mit obbliga ad approvare il quadro economico finanziario prima di realizzarlo. Ci sono stati anche periodi in cui servivano fino a quattro anni per il via libera a un Pef. Credo che, piuttosto, sia importante ragionare sul valore dell’autonomia nell’approvazione di opere che riguardano territori infraregionali. Se avessimo potuto approvare anche i Piani economici finanziari in loco, l’accelerazione sarebbe stata notevole. Di sicuro, con l’intervento del commissario, quindi di fatto del presidente della Regione, supportato da un adeguato staff tecnico, adesso abbiamo un timing medio di approvazione delle opere di 60 giorni. Tanto per fare un raffronto: a volte, per approvare un’opera autostradale, il Ministero ci ha messo quasi 60 mesi...».

Il tratto della terza corsia Palmanova-Villesse sembra essere finito nel dimenticatoio: quando potrà essere pronto?

«Dobbiamo attendere l’approvazione del nostro Pef perché abbiamo usato tutte le risorse disponibili per portare a termine l’affidamento del tratto veneto, ma posso assicurare che l’opera verrà messa in cantiere per completare la terza corsia. I tempi? Mi auguro che entro il 2031, al massimo 2032, anche questo tratto sarà pronto».

E il rifacimento della barriera del Lisert?

«Per me il potenziamento della barriera del Lisert è in realtà l’ultima soluzione da prendere in esame. Ho chiesto ai miei dirigenti un approfondimento per individuare eventuali modalità che possano andare oltre la barriera. C’è una direttiva comunitaria che consente di prendere in considerazione il sistema dell’eurovignetta, una sorta di “free flow” spinto per evitare il fenomeno delle code».

Non è che completata la terza corsia, si sentirà già il bisogno della quarta?

«Tutti i cavalcavia e i viadotti che intersecano il nostro tratto autostradale a tre corsie sono già predisposti per l’eventuale quarta. Al momento non c’è alcuna previsione nel nostro Pef di attuare un investimento simile, ma i Pef si aggiornano con cadenza quinquennale».

Il 2024 è stato l’anno record dei transiti sulla vostra rete, oltre 52 milioni, e la previsione è che il 2025 si chiuderà con un nuovo primato, eppure sono diminuiti incidenti e code: come valuta questo trend?

«L’anno scorso abbiamo aperto definitivamente al traffico 40 chilometri di terza corsia e ormai possiamo dire di avere una delle reti autostradali più moderne e funzionali d’Europa, seguita da professionisti di grande competenza. Credo che questo 2025, con la gestione delle giornate dell’esodo estivo, lo abbia confermato. Abbiamo messo in campo un team di 300 persone, operativo 24 ore su 24, per assistere l’utenza. Una prova ampiamente superata: nessun incidente di rilievo. Quanto alle code in calo, è vero che ci sono ancora, ma non va dimenticato che questa ormai è un’autostrada non infraregionale, ma internazionale, essenziale per il traffico da Est a Ovest e viceversa. E a proposito del miglioramento della sicurezza, Autostrade Alto Adriatico è stata scelta per organizzare l’evento annuale di Aiscat e Polstrada dedicato a questo tema, che richiamerà 150 delegati da tutta Italia dal 19 al 21 ottobre a Trieste». 

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