La Funivia delle mele rivoluziona la logistica e dà benefici ambientali

Per il consorzio trentino Melinda un impianto a fune di 1,3 chilometri e con 90 metri di dislivello per un investimento di 10 milioni. il raccolto trasportato nelle celle ipogee della Miniera di Rio Maggiore. Seppi: «Esempio di uso virtuoso delle risorse Pnrr»

Stefano Vietina
Ernesto Seppi, presidente di Melinda
Ernesto Seppi, presidente di Melinda

In Trentino le mele viaggiano anche in funivia. Sono quelle del Consorzio Melinda, 4 mila piccole imprese agricole consorziate in 16 cooperative che coltivano complessivamente circa 6.700 ettari di meleti. Con una produzione di oltre 400 mila tonnellate di esemplari raccolti ogni anno nelle valli di Non e Sole, pari a circa il 20% della produzione nazionale.

La soluzione l'ha trovata la Leitner del Gruppo Hti (High Technology Industries) di Vipiteno, leader internazionale nell’impiantistica a fune. Così è nata la nuova Funivia delle mele, lunga 1,3 chilometri e con un dislivello di quasi 90 metri, in grado di trasportare ogni ora 460 contenitori da 300 chili ciascuno, viaggiando alla velocità di 5 metri al secondo.

Le mele raggiungono in questo modo le celle ipogee, vero e proprio frigorifero naturale realizzato nella Miniera di Rio Maggiore nel cuore delle Dolomiti, dove la frigoconservazione naturale garantisce un risparmio energetico del 30% rispetto ai magazzini tradizionali. Accanto ai vantaggi logistici, non vanno sottovalutati i benefici ambientali: ogni anno si eviteranno, infatti, oltre 5 mila viaggi di camion, con riduzione di emissioni e maggiore sicurezza sulle strade. La struttura a fune, alimentata da fonti rinnovabili (fotovoltaico e idroelettrico) sfrutta inoltre il peso delle mele in discesa per contribuire alla produzione di energia.

È recente il primo viaggio dell’avveniristico impianto a fune voluto da Melinda per collegare una delle sale di lavorazione di Predaia con le celle ipogee, a 900 metri dall'ingresso delle cave, a circa 575 metri sul livello del mare. L'opera è stata finanziata in parte dal programma europeo Next Generation Eu, che ha coperto il 40% dell’investimento, pari a 10 milioni di euro complessivi.

«Quest’opera rappresenta per noi agricoltori un grande motivo di orgoglio – sottolinea Ernesto Seppi, presidente di Melinda – e riteniamo possa esserlo anche per le istituzioni, a partire dal ministero dell’Agricoltura. La Funivia delle mele è un esempio virtuoso di risorse del Pnrr ben investite ma anche un ulteriore elemento che arricchisce un percorso di sostenibilità che il nostro Consorzio ha avviato già molti anni fa, adottando con visione e tempismo soluzioni concrete come l’impiego esclusivo delle energie rinnovabili, l’uso dell’irrigazione a goccia per garantire il risparmio idrico nei campi e il ricorso alla frigoconservazione naturale nelle celle ipogee».

La nuova infrastruttura, inoltre, garantisce migliori condizioni di sicurezza per il personale impegnato nel lavoro quotidiano. Grazie a questo nuovo grande impianto, infatti, l’accesso alle celle ipogee avviene attraverso un ingresso esclusivo e dedicato, pensato proprio per chi lavora quotidianamente all’interno del sito minerario. Un aspetto fondamentale che consente di ridurre interferenze con altri percorsi, migliorare l’organizzazione del lavoro e assicurare maggiore tutela a chi opera in un contesto tanto particolare e prezioso.

«Un impianto completamente customizzato – sottolineano da Leitner - che apre le porte ad altre iniziative simili anche nel campo dell'agricoltura, laddove vi siano grandi quantità di prodotto e la necessità di ridurne il trasporto su strada, limitando così emissioni di Co2 e rischi di incidenti».

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