Hera, le regole per gli appalti: «Modello di tutela del lavoro»

Un documento che copre oltre 4 miliardi di euro di forniture al 2029 del Gruppo, di cui circa 750 milioni nei territori AcegasApsAmga

La redazione

Un documento che copre oltre 4 miliardi di euro di forniture al 2029 del Gruppo, di cui circa 750 milioni nei territori AcegasApsAmga, e interessa più di 1.800 imprese dell’indotto e circa 4.400 contratti l’anno rafforzando clausole sociali, controlli digitalizzati e procedure di partecipazione sindacale. Sono i numeri del nuovo Protocollo Appalti di Hera-AcegasApsAmga, presentati ieri in Regione dal presidente di AcegasApsAmga, Roberto Gasparetto, e dall’amministratore delegato Carlo Andriolo, alla presenza dell’assessore regionale al Lavoro e Formazione Alessia Rosolen.

A dieci anni dal primo Protocollo, che nel 2016 aveva anticipato regole poi recepite nel Codice degli appalti, la multiutility e Filctem-Cgil, Fp-Cgil, Femca-Cisl, Flaei-Cisl, Fit-Cisl, Uiltec-Uil, Uiltrasporti, Fiadel e Cisal-Federenergia hanno infatti sottoscritto un nuovo accordo che «si candida a diventare riferimento nazionale». Secondo Rosolen «il protocollo rappresenta un passo avanti nel rafforzamento della qualità del lavoro, della sicurezza e della responsabilità sociale all’interno delle filiere degli appalti. È un modello positivo e ripetibile che si incardina nei principi e nelle finalità della recente legge regionale sull’innovazione sociale».

Si tratta di uno strumento che recepisce l’evoluzione normativa degli ultimi anni e traduce tali novità in impegni misurabili per le imprese che operano con il Gruppo. «Un documento aggiornato e innovativo che valorizza la collaborazione tra impresa, istituzioni e parti sociali, mettendo al centro dignità, tutela delle persone e trasparenza delle procedure», ha aggiunto Rosolen, ricordando che «oggi non parliamo solo di appalti, subappalti o filiere produttive. Parliamo soprattutto di relazioni sindacali, partecipazione e responsabilità sociale».

Tra gli elementi qualificanti del Protocollo c’è una maggiori tutele per i lavoratori; i controlli più rigorosi e digitalizzati delle filiere, con monitoraggio trasparente dei subappalti e particolare attenzione alla sicurezza sul lavoro; il coinvolgimento strutturato delle organizzazioni sindacali, per un presidio condiviso e continuativo delle condizioni occupazionali. Il Protocollo interesserà una filiera di 1.800 aziende fornitrici l’anno (solo a Trieste l’indotto incide su 800 famiglie), per un valore stimato annuale di 800 milioni di euro. 

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