Fiere, verso la fusione Padova-Verona con Veneto Sviluppo in regia

Incontro riservato nei giorni scorsi tra i vertici dei due enti: avviato il dialogo: si pensa a una “newco” ma anche a future alleanze con Milano o il polo emilian
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FIERA DI PADOVA DALL'ALTO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FIERA DI PADOVA DALL'ALTO

PADOVA. Si fa sempre più concreta l’ipotesi di una fusione tra la Fiera di Padova e quella di Verona, per lo meno delle funzioni operative. È di qualche giorno fa infatti un incontro, riservatissimo, che ha visto i vertici dei due enti fieristici ospiti di Veneto Sviluppo, la finanziaria della Regione che potrebbe essere tra i motori dell’operazione. Obiettivo: concordare un’eventuale sinergia operativa in grado di contrastare lo strapotere di realtà come Milano, Bologna e Rimini-Vicenza, che sono i principali poli del settore nel Paese, nell’ambito di una crisi che rischia di travolgere tutti.

Il risiko delle alleanza

Nel “risiko” delle fiere, chi più chi meno tutte in gravi difficoltà economiche proprio a causa di una pandemia che ha fermato quasi completamente gli eventi, la notizia delle prove di fusione tra Rimini e Bologna dà non pochi pensieri alle realtà venete.

Piccoli quartieri come quello di Padova, pure implementato da un programma di sviluppo legato alla mission di trasferimento tecnologico della città, della sua università e del “Competence center”, si trovano comunque a dovere fare i conti con grandi colossi come Milano e Bologna. Ma pure un polo internazionale come quello di Verona, che può contare su eventi di respiro globale come il Vinitaly, rischia di trovarsi in grave difficoltà sui servizi, sulle economie di scala e sulla capacità attrattiva di fronte ai maggiori player nazionali.

City Vision, la città intelligente post Covid nasce a Padova e si basa su tre paradigmi
La redazione

La necessità di un polo veneto

Ecco allora che una nuova sinergia che metta insieme le attività fieristiche ed operative di Padova e Verona (i marchi e i programmi, lasciando fuori invece le proprietà immobiliari) potrebbe dare una prima risposta ad una difficile quadratura del cerchio. Durante questo primo incontro, agevolato da Veneto Sviluppo, i vertici dei due enti sembra non abbiamo approfondito i veicoli tecnici per lo sviluppo di queste sinergie ma è legittimo ipotizzare l’uso di una newco ad hoc (o di una società già attiva di uno dei due partner) per veicolare i principali asset operativi di Veronafiere e Padova Hall così da garantire al territorio nuove sinergie.

Un’operazione a lungo cercata e che andrebbe nel solco di quanto già da tempo auspicato dai soci padovani di via Tommaseo, dal presidente della Camera di commercio e di Padova Hall Antonio Santocono e dall’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato.

Un’operazione che tuttavia potrebbe essere solo il preludio di un nuovo percorso di integrazione. Il nuovo “polo veneto” delle fiere (Padova-Verona) potrebbe diventare ago della bilancia per lo sviluppo dei due futuri principali poli espositivi del Paese, quello di Milano e quello, estremamente probabile, frutto della fusione di Bologna con Rimini e Vicenza.

Riproduzione riservata © il Nord Est