Ferrovia Trieste-Monfalcone per rilanciare la logistica Fvg
A Capriva del Friuli giornata organizzata dalla Federazione dei Consorzi industriali (Ficei). Agrusti: «Motori di crescita per la loro capacità di costruire comunità d’impresa»

È il collegamento ferroviario sul Carso triestino, tra Monfalcone e Trieste, uno dei nodi principali che restano da sciogliere per quanto riguarda il potenziamento della logistica e delle infrastrutture in Friuli Venezia Giulia. Lo ha sottolineato l’assessore regionale a Infrastrutture e Territorio Cristina Amirante partecipando ieri a Villa Russiz di Capriva al convegno “La rete dei consorzi industriali – Innovazione e sostenibilità per la crescita del Paese”, organizzato nell’ambito della terza edizione di “Nord Sud Invest” promossa dalla Federazione italiana Consorzi ed Enti industriali (Ficei) con i consorzi della regione.
Amirante ha spiegato che «il Friuli Venezia Giulia è una piattaforma logistica complessa, ma dopo gli investimenti fatti fortunatamente le criticità non sono più molte». «Tra queste – ha detto l’assessore -, sicuramente c’è il collegamento ferroviario sul Carso triestino, che sconta la scelta fatta di fermare l’Alta velocità in Veneto, e lasciare al Friuli Venezia Giulia solo l’Alta capacità».
Amirante ha anche focalizzato l’attenzione sull’importanza della rete di infrastrutture che è chiamata ad anticipare gli insediamenti produttivi stessi, non solo a servirli. Tra le tante tematiche affrontate a Villa Russiz (dalla transizione energetica alle zone logistiche semplificate e le zone economiche speciali, fino alle comunità industriali come modello di sviluppo per il futuro), si è parlato anche di sburocratizzazione a vantaggio delle imprese.
Una questione toccata ad esempio dall’europarlamentare Anna Maria Cisint, che si è detta poi concorde sull’idea di una immigrazione di qualità e pianificata, alla stregua del modello spagnolo, per contrastare il calo demografico e la fuga di talenti che caratterizzano il nostro Paese. Perché proprio le strategie da adottare per rendere più attrattive le imprese italiane sono state al centro di diversi interventi.
Il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti ad esempio ha parlato del ruolo centrale dei Consorzi industriali, definiti «motori di crescita» per la loro capacità di «costruire comunità d’impresa», chiamate a pensare anche a welfare aziendale, housing sociale e a «costruire per i giovani l’opportunità di diventare essi stessi imprenditori sul territorio, senza doversene andare». Ed ecco allora che sono i servizi, per le imprese e per i lavoratori, la chiave sulla quale i Consorzi possono e devono puntare per rendere più attrattivi i distretti del territorio.
Si è detto convinto di questo anche Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Udine, che a sua volta ha parlato a Villa Russiz. «Penso ad esempio ad aree di sosta, mense, poliambulatori, alloggi temporanei, asili e centri estivi – ha spiegato -. Sono elementi strategici per migliorare la qualità della vita dei lavoratori, la competitività e l’attrattività dei distretti industriali».
Pozzo ha poi parlato anche della proposta alla quale stanno lavorando Confindustria Udine e il Consorzio per lo sviluppo economico del Friuli (Cosef), che prevedrebbe inclusione nel perimetro consortile di alcune nuove zone produttive oggi classificate come D2 e D3, ma che presentano parametri economici e occupazionali tali da renderle potenzialmente assimilabili ad aree D1 di interesse regionale. Il tutto per creare ulteriori condizioni di sviluppo per le aziende insediate.
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