Adriafer e il biodiesel che annulla le emissioni

Grazie all’uso del combustibile Hvo i locomotori portuali inquinano l’80% in meno

Giorgia Pacino
Un locomotore Adriafer, il mezzo in manovra sui binari interni al porto di Trieste
Un locomotore Adriafer, il mezzo in manovra sui binari interni al porto di Trieste

L’80% di emissioni risparmiate in tre mesi, con una progressione annuale che stima una riduzione di quasi 400 tonnellate di Co2. Sono i dati della sperimentazione sull’uso del biodiesel Hvo (Hydrotreated vegetable oil) avviata nel secondo semestre del 2025 da Adriafer.

La società, che ha chiuso il 2024 con 12,3 milioni di ricavi e una perdita di circa un milione e mezzo, è posseduta al 100% dall’Autorità di sistema portuale e si occupa di rail undertaking e manovre in porto, movimentando novemila treni l’anno all’interno dello scalo di Trieste. L’attività è in crescita: per il 2025 l’obiettivo è chiudere in pareggio, recuperando la perdita dello scorso anno.

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Innovazione e sostenibilità sono tra gli assi per il rilancio. Grazie al progetto finanziato dal programma Interreg Central Europe, la società triestina sta collaborando con partner croati, polacchi, ungheresi e austriaci che rappresentano il trasporto urbano, aereo, marittimo e, appunto, ferroviario per creare strategie che permettano di abbattere la cosiddetta environmental footprint. Nell’ambito della sperimentazione “Reduced”, Adriafer ha iniziato a testare carburante Nbs (nature based solution), ovvero non proveniente da sorgente fossile, riscontrando un abbattimento significativo di costi ed emissioni rispetto al diesel utilizzato per i treni in porto.

Lo confermano i numeri. Da fine giugno a fine settembre, la società ha impiegato sei locomotori di manovra per un totale di 2.680 ore e 42 minuti di esercizio e ha compiuto 2.088 manovre complessive, consumando 37 mila litri di diesel e 22.300 di Hvo. Nel confronto tra i due carburanti ha registrato una riduzione del 79,95% di Co2 emessa grazie all’impiego del biocarburante, che si accompagna anche a un minor consumo orario (quasi inferiore del 40%) e a una leggera riduzione dei costi (-1,85%). In prospettiva, parametrando questi dati al totale delle ore di esercizio realizzate nell’anno, Adriafer stima di poter ottenere una riduzione di oltre 97 mila litri di consumi (-39,8%), un risparmio di più di 82 mila euro di spesa per il carburante (-40,9%) e soprattutto una diminuzione di 383, 3 tonnellate di Co2 evitate ogni anno (-87,8%).

Numeri che fanno il paio con la crescita dei flussi registrati nel 2025. «Non abbiamo ancora visibilità sulla chiusura dell’anno, ma l’attività della società si è incrementata sia come complessità sia come numero di cantieri sui quali siamo operativi», spiega l’amministratore delegato Maurizio Cociancich. A crescere è stato in particolare il numero di manovre sulla Piattaforma logistica, con i flussi derivanti da Grimaldi, a cui si accompagna l’intensificarsi dell’attività ferroviaria in Siderurgica triestina, dove Adriafer ha iniziato quest’anno a operare. «Si è visto l’inizio delle attività di Innoway, con i primi carri che vanno a insistere sulla stazione di Servola. Questo, unito ai traffici di Seastock con i depositi costieri, ha creato una situazione congestionata e ha richiesto un potenziamento della nostra attività che sicuramente è stato sensibile dal punto di vista degli impatti economici».

Un maggior volume di manovre vuol dire infatti anche un maggior numero di costi. «Le manovre nei porti sono attività solitamente in perdita. Lo ha riconosciuto anche il governo, che ha previsto forme di incentivazione per chi svolge questi servizi. Nonostante ciò – continua l’ad – il nostro volume di attività si mantiene pressoché stabile, con un leggero calo nell’area del Punto franco nuovo». Al contrario cresce l’attività sui treni trazionati, con un incremento più che a doppia cifra rispetto all’anno precedente.

Il gruppo Adriafer occupa un totale di circa 160 persone. Oltre che su Trieste e Monfalcone, è attivo anche a Gorizia dove svolge attività di manutenzione sui carri merce intermodali e ha la capacità di operare in coordinamento con altri nodi interportuali regionali sulle attività logistiche. «Rispetto al 2024 l’andamento economico ha registrato sicuramente un netto miglioramento, anche grazie alle politiche di efficientamento e alla crescita del volume dei treni di linea», conclude Cociancich. «Il nostro obiettivo per il 2025 è arrivare almeno a un pareggio di bilancio».—

 

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