Alta Velocità pronta a fine 2026, ma Padova aspetterà altri sei anni

Incontro sulle infrastrutture a “Direzione Nord Est” a Padova. Il viceministro Rixi convoca gli industriali veneti a un tavolo a Roma. I sindaci chiedono il rilancio della Venezia-Monaco. E Brugnaro candida Marghera come hub delle connessioni

Sabrina Tomè
L'incontro sulle infrastrutture a “Direzione Nord Est” a Padova
L'incontro sulle infrastrutture a “Direzione Nord Est” a Padova

Gli industriali veneti a Roma per un incontro a porte chiuse sul tema delle infrastrutture del territorio e, nello specifico, sulle criticità e il cronoprogramma di quelle in corso d’opera.

È l’invito alle imprese fatto lunedì 20 ottobre dal viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi presente in collegamento al convegno “Direzione Nord-Est una nuova era”, tenutosi al Palazzo della Salute di Padova e organizzato da Fondazione Stelline insieme a Sec Newgate Italia.

Nasce l’Osservatorio sui grandi temi per il buon governo 

La giornata, che ha segnato la nascita di un Osservatorio sui grandi temi per il buon governo dell’area, ha visto la partecipazione di una cinquantina di relatori che si sono confrontati sui punti cruciali dell’agenda economica e politica. A cominciare appunto da quello delle infrastrutture.

A dibattere, oltre al ministro Rixi, anche il commissario per l’Alta Velocità Brescia-Verona Padova Vincenzo Macello, la presidente di Confindustria Veneto Est Paola Carron, il presidente di Interporto Padova Luciano Giovanni Greco, l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, i sindaci di Venezia Luigi Brugnaro e di Belluno Oscar De Pellegrin, l’ad di Arriva Italia Angelo Costa. L’incontro è stato moderato dal direttore delle testate Nem, Luca Ubaldeschi.

«Abbiamo bisogno di infrastrutture all’interno del territorio», ha detto il viceministro Rixi, «Servono tempi certi, lo Stato deve semplificare il processo. E vanno selezionate le opere cogenti per il territorio». E sul futuro: «Il Nordest potrebbe avere un ruolo importante in un mercato sempre più globale, importante è dialogare con tutti».

L’Alta Velocità e le altre opere

La “fame” di infrastrutture del Nordest è emersa con forza dal confronto. Ce n’è una appena realizzata e che gli industriali hanno celebrato: la Superstrada Pedemontana. Una che invece giace da decenni nel cassetto dei sogni e che i sindaci vorrebbero ora rispolverare: l’autostrada Venezia-Monaco, attraverso il prolungamento della A27.

 

Alta Velocità Brescia–Verona–Padova, il commissario Macello: «Ecco i tempi delle opere in Veneto»

E una terza in corso di realizzazione che risponde a grandi aspettative ma sulla quale incombe l’interrogativo dei tempi: l’Alta Velocità Brescia-Verona-Padova.

Incalzato sulle scadenze, il commissario Macello ha snocciolato le date: «Entro il giugno del prossimo anno ultimeremo i lavori della tratta Brescia-Verona e i binari arriveranno a Vicenza. L’attivazione del servizio è prevista per fine 2026, inizio 2027. L’attraversamento di Vicenza verrà ultimato nel 2032 e per quella data auspichiamo di poter arrivare anche a Padova».

E se questi sono i piatti forti, non mancano i “contorni”. «Il nostro è un territorio diffusamente vissuto, non c’è un unico polo, occorre pertanto collegare le città», ha rilevato la presidente di Confindustria Carron, «Il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e stradali deve essere accompagnato dal collegamento con le zone industriali; occorre favorire i collegamenti nord-sud e penso all’A 31. E poi la 308, importante visto il nuovo ospedale di Padova».

Brugnaro: «Si dovrebbe prendere in mano un dossier serio e dare una svegliata ai tecnici dell’Anas».

Non solo mobilità

Infrastrutture viarie per far viaggiare persone e merci, ma anche logistiche per movimentare le informazioni. Come l’hub a Marghera proposto da Brugnaro: «Il porto potrebbe essere aperto più a lungo utilizzando il Canale dei petroli che è illuminato. Il territorio però non è solo il porto, è anche il retroporto fatto di aree manifatturiere e dobbiamo immaginare di renderlo attrattivo. Pensiamo a un hub di logistica a Marghera, dopo aver posto un cavo sottomarino per potenziare i collegamenti informatici, con pc collegati alla rete europea».

Il sindaco di Belluno De Pellegrin ha posto l’accento sull’accessibilità delle opere, mentre Costa di Arriva Italia si è soffermato sulla sostenibilità.

Modelli e ostacoli

Ma come rendere il tutto realizzabile? Gli ostacoli sono numerosi, i modelli sono diversi. Per i finanziamenti il presidente di Interporto Greco ha presentato la soluzione padovana e la partnership pubblico-privato.

«I fondi Pnrr sono finiti, per le infrastrutture serviranno partenariati pubblici-privati», ha sottolineato. Occorrerà poi ragionare con un’ottica di sistema e su questo Brugnaro ha rilanciato il tema a lui caro di Venezia metropolitana; il porto, Porto Marghera, appartengono a tutti. Ma serve anche i consenso sociale e, sempre Brugnaro ha criticato manifestazioni come quelle contro Bezos, uno dei re della logistica: «Ai giovani dico: dobbiamo avere il coraggio di dire dei sì per essere attrattivi agli investimenti internazionali».

Prioritaria rispetto a ogni intervento infrastrutturale è la messa in sicurezza del territorio: «Abbiamo realizzato il piano D’Alpaos da 2,7 miliardi per la difesa del suolo. Non avevamo fondi, ma siamo riusciti a trovare e investire 40 milioni di euro all’anno», ha ricordato l’assessore Bottacin denunciando il problema della burocrazia e chiedendo al governo di abbattere le pastoie, almeno con riferimento alle opere salvavita. Problema confermato da Rixi che ha rilevato le difficoltà legate a posizioni diverse dei governi sulle stesse opere o dei Paesi confinanti sui valichi . —

Sabrina tomè

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