Destro: «Mobilità sui treni decisiva per la crescita. Meno traffico su gomma»

Il delegato nazionale di Confindustria ai Trasporti e l’importanza delle infrastrutture: «La Tav, il collegamento con il Marco Polo e la terza corsia in A4 sono fondamentali»

Eva Franceschini
Lavori dell’alta velocità nella zona Ovest di Vicenza
Lavori dell’alta velocità nella zona Ovest di Vicenza

 

In un contesto generale che è sempre più globale e competitivo, la mobilità è un tema cruciale per lo sviluppo dei territori e per la crescita delle imprese. In quest’ottica, potenziare il sistema infrastrutturale di tutto il Paese è un passaggio non più procrastinabile. A parlare di alcune delle questioni più urgenti che riguardano l’adeguamento delle infrastrutture per realizzare una mobilità moderna e funzionale, è il delegato nazionale di Confindustria ai Trasporti, Leopoldo Destro.

Il completamento dell’autostrada A4, nel tratto tra Venezia e Trieste, con la terza corsia è previsto per il 2026. Quanto è importante, anche in termini di corridoi verso l’Est Europa?

«Si tratta di un tassello fondamentale. Ricordiamo che il Veneto e le sue province sono inseriti in due corridoi strategici: il Baltico – Adriatico e il Mediterraneo, che uniscono la Spagna fino all’Ungheria, passando per il Veneto. Questi, a loro volta, lambiscono altri due corridoi: il Reno-Alpi e quello Balcani occidentali – Est Mediterraneo, che va verso Trieste. A queste direttrici cruciali si collega il tema della rete autostradale: in quel tratto della A4 transita anche chi va nell’Est Europa, quindi, è importantissimo portare a termine la terza corsia, in particolare per ciò che riguarda il trasporto delle merci».

La realizzazione del nuovo tunnel del Brennero apre al tema degli interporti: che ruolo deve avere quello di Padova in questo scenario?

«La premessa è che, se vogliamo costruire un sistema davvero moderno ed efficiente, dobbiamo investire nell’intermodalità. Investendo sull’integrazione tra diverse modalità di trasporto attraverso i diversi nodi di scambio (ferrovia, porti, aeroporti, autostazioni). L’Interporto di Padova riveste un ruolo, in tal senso, fondamentale. È uno degli hub intermodali del Paese e dobbiamo essere capaci nello sfruttare tutti i mezzi di trasporto: bisogna passare dal ferro alla gomma e mettere a terra efficienza. È un punto davvero molto importante: consideriamo che, in Italia, l’84% delle merci viaggia su gomma e il Veneto non fa eccezione. La media europea è al 75% e anche gli altri Paesi dell’Ue devono impegnarsi su questo fronte. Abbiamo un gap da recuperare, è necessario migliorare questa performance anche per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Oltre all’ottimizzazione della mobilità nell’ambito interportuale, l’hub di Padova ha un’importanza cruciale per consentirci di restare allacciati alle filiere internazionali, alle quali sono agganciate le nostre imprese e per non essere tagliati fuori dalla competitività dei traffici internazionali. Con il completamento del tunnel di base del Brennero nel 2030 avremo la galleria ferroviaria più lunga d’Europa (73km) e collegamenti più veloci verso il Nord Europa».

A proposito di merci e logistica, come si può rilanciare la portualità dell’Alto Adriatico?

«La crisi in atto ha sicuramente penalizzato tutti i porti italiani in primis e poi quelli spagnoli. Quelli del nord Europa, invece, hanno visto aumentare i flussi. Per favorire una crescita dei flussi esistenti nei porti italiani, bisogna dare loro più centralità, sfruttando al meglio le caratteristiche dei singoli porti e facendo le dovute manutenzioni come ad esempio gli escavi. Immagino quello di Venezia, ad esempio, che considerando il retroporto significativo e la ZLS è terreno fertile per lo sviluppo di una logistica integrata, o quello di Trieste. È necessario evidenziarne le potenzialità, restando collegati alle reti internazionali, che sono fondamentali».

Andando verso le Olimpiadi, anche alla luce dei problemi della strada statale 51 di Alemagna, continuamente interrotta da frane, quali sono le opere urgenti che possono essere realizzate in vista dell’appuntamento del prossimo inverno?

«Le opere sono già tutte note e in via di realizzazione. Le diverse varianti che sono state messe a terra e che, in parte saranno pronte per le Olimpiadi e, in parte, terminate dopo la fine dell’evento sportivo essendo una sua legacy, garantiranno un flusso di mezzi più fluido, mettendo in sicurezza cittadini e turisti e tutelando lo svolgimento ottimale dell’appuntamento invernale. Anche la parte ferroviaria darà il suo contributo, visto che si stanno risistemando le stazioni di Longarone e Belluno».

Tav e Alta velocità, quanto è importante questo tema per il futuro del Veneto e delle sue aziende?

«La mobilità sarà un fattore decisivo per la crescita dei nostri territori, mobilità intesa non solo come rete infrastrutturale ma come fattore abilitante della competitività industriale, della coesione sociale e della sostenibilità. Con oltre 17mila km, la rete ferroviaria assorbe solo l’11% del traffico merci e il 15% del traffico delle persone. Questo testimonia quanto ancora si possa fare in termini di sviluppo delle ferrovie, in modo che si possa arrivare a destinazione con mezzi efficienti considerando anche l’ultimo miglio. Le autostazioni dovranno essere moderne e digitalizzate. A tale proposito, anche il collegamento con gli aeroporti è fondamentale: l’esempio di Venezia e della bretella ferroviaria del Marco Polo, che verrà realizzata nei prossimi due anni, sarà un upgrade importante per il trasporto dei passeggeri. Rispetto a quest’ultimo tema, ricordo che l’81% degli spostamenti avviene su gomma, quindi la ferrovia rappresenta solo il 6-7%: una quota bassa, una domanda che deve essere sviluppata e su cui siamo indietro». —

Riproduzione riservata © il Nord Est