Olimpiadi e turismo: «Gli hotel si preparano, ricavi su anche del 10%»

Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto, analizza le aspettative del settore: «Il 75% delle imprese ricettive prevede un aumento dei fatturati legato all’effetto Giochi»

Giorgio Barbieri
cortina, il grand hotel savoia
cortina, il grand hotel savoia

Milano-Cortina 2026 non sarà soltanto un grande evento sportivo, ma una vera operazione di politica economica applicata al turismo.

Per il Veneto rappresenta una sfida strategica che incrocia investimenti pubblici, capacità imprenditoriale, infrastrutture e competitività territoriale. «Un processo che, se ben governato, può incidere strutturalmente sulla crescita del comparto e sulla sua capacità di posizionarsi stabilmente sui mercati internazionali, riducendo il divario con le destinazioni alpine più avanzate».

Ne è convinto Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto, che a poco più di un mese dall’inizio dei Giochi analizza lo stato dei lavori e ed esplicita le richieste di un comparto, quello dell’hospitality, che ripone grandi aspettative nelle Olimpiadi.

Che tipo di sfida rappresenta per il sistema turistico veneto?

«Non si tratta semplicemente di ospitare un grande evento sportivo, ma di governare un processo complesso che coinvolge territori, infrastrutture, imprese e comunità. Per Federalberghi Veneto, i Giochi Olimpici e Paralimpici rappresentano una straordinaria opportunità, ma anche una responsabilità collettiva che richiede visione politica, coordinamento istituzionale e la capacità di lavorare sempre nella stessa direzione».

Il modello Milano-Cortina introduce un cambio di paradigma rispetto al passato?

«Sarà un evento diffuso, che distribuisce valore su un’area vasta e che pone al centro il concetto di eredità. A beneficiarne non dovrà essere solamente Cortina, ma tutto il Bellunese, il Trevigiano e il Veneto nel suo complesso».

Come va misurato l’impatto economico dell’evento?

«Non andrà misurato solo nei giorni delle competizioni, ma nella capacità di trasformare l’evento in uno strumento di sviluppo duraturo per il sistema turistico. E in questo scenario, l’hospitality alberghiera non è un comparto accessorio, ma una vera infrastruttura strategica, capace di incidere sull’economia, sull’immagine e sulla competitività del territorio».

Quali sono i numeri chiave di Milano-Cortina 2026?

«I numeri confermano la portata dell’evento: 3 miliardi di investimenti complessivi, 94 opere tra impianti sportivi e infrastrutture e un valore stimato generato sul territorio pari a 5,3 miliardi di euro».

Che peso avrà il Veneto nella distribuzione dei benefici economici?

«Il Veneto sarà uno dei principali beneficiari, soprattutto in relazione alle Paralimpiadi 2026, che vedranno Cortina e Verona al centro dell’attenzione internazionale».

In quale stato di salute arriva il sistema turistico veneto?

«Il Veneto è oggi il primo sistema turistico d’Italia per capacità ricettiva, organizzazione e qualità dell’offerta, e consolida anno dopo anno la propria posizione grazie a un lavoro serio e continuativo».

Quali sono le aspettative economiche delle imprese ricettive?

«Il 75% delle imprese ricettive prevede un aumento del fatturato legato ai Giochi e il 37% delle imprese venete stima una crescita del fatturato compresa tra il 5% e il 10%».

Qual è il rischio principale da evitare?

«Non possiamo permetterci visioni frammentate o interventi non allineati. Milano-Cortina deve essere governata come un progetto di sistema e diventare un format di riferimento per l’intera regione».

Il vero successo quando si misurerà?

«Il vero successo delle Olimpiadi si misurerà soprattutto dopo, non durante. Il rischio è infatti quello di vivere un picco temporaneo di domanda; l’opportunità è compiere un salto strutturale di qualità».

Che responsabilità hanno gli albergatori in questa fase?

«Le strutture ricettive ormai non offrono più solamente camere, ma soprattutto esperienze, servizi e accoglienza di alto livello: è questo che rende una località competitiva e capace di fidelizzare il turista nel tempo. L’eredità più importante non sarà soltanto infrastruttura le, ma culturale: un sistema turistico più maturo, più collaborativo e più consapevole del proprio ruolo economico e sociale e in grado di competere con le regioni confinanti».

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