Da Ca’ Foscari un algoritmo per sostituire le “terre rare” con materiali sostenibili

Il fisico Stefano Bonetti ha presentato l’attività della Fondazione Rara in audizione alla Commissione Esteri della Camera: «Non c’è un modo pulito di estrarre terre rare»

Lantanio, cerio, praseodimio, neodimio. Sono solo le prime delle diciassette “terre rare” presenti nella tavola periodica degli elementi. Si chiamano terre, ma sono sostanzialmente dei metalli, tutti con colore simile, indispensabili per l'economia del presente e del futuro, per la transizione ecologica, e per gli interessi di molti Paesi.

Le terre rare fanno parte di un più ampio gruppo di «materiali rari» o «materiali critici», per esempio nichel o cobalto, che sono alla base di tutti i dispositivi elettronici di ultima generazione, come batterie ricaricabili, motori elettrici, schermi Tv e Lcd.

Norme e strategie per superare il "monopolio” cinese e regolamentare il procedimento complesso e poco sostenibile di estrazione e lavorazione delle terre rare e dei materiali critici, sono in discussione anche a livello di Unione Europea e di singoli Stati, tra i quali l'Italia, dove sono coinvolti il ministero delle Imprese e del Made in Italy e quello dall'Ambiente. Stefano Bonetti, Ordinario di Fisica della Materia a Cà Foscari, è rappresentante di Fondazione Rara Ets, no profit nata per promuovere ed effettuare ricerca su tecnologie e materiali sostenibili Insieme a lui, i docenti di Cà Foscari Guido Caldarelli, Ordinario di Fisica Teorica, Michele Bugliesi, Ordinario di Informatica e precedente Rettore, insieme ad Alberto Baban, Presidente di VeNetWork ed ex Presidente Nazionale di Piccola e Media Impresa di Confindustria, e Anna Soatto, di Cortellazzo&Soatto.

Bonetti è stato invitato per un'audizione alla Commissione Esteri della Camera dei deputati, dove ha spiegato le criticità e possibili sviluppi nel campo delle terre e dei materiali rari, e ha presentato l'attività della Fondazione.

«Al momento stiamo sviluppando e brevettando un algoritmo che permetta di sostituire completamente le terre rare con materiali sostenibili e abbondanti, cercando e combinando materiali con proprietà simili» annuncia, L'approccio proposto dal gruppo di ricerca offre una soluzione completamente nuova al problema. L'idea non è di trovare terre rare o materiali rari, riciclandoli o cercando nuovi giacimenti, ma di sostituirli completamente con materiali abbondanti e sostenibili.

«Ci sono elementi come il sodio, il potassio, il ferro, il titanio, e diversi altri, che sono molto più abbondanti, e distribuiti su tutto il pianeta - continua Bonetti. - Con questi elementi comuni, si possono creare dei materiali compositi, delle leghe, che possono avere le proprietà delle terre rare. In questo modo, potremmo continuare a sviluppare tecnologia necessaria alla transizione ecologica, con materiali a basso impatto ambientale. Inoltre, anche gli altri problemi di diritti umani, di concentrazione di potere in mano a pochi attori si risolverebbero, perché questi materiali si trovano distribuiti su tutto il pianeta».

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