Concessioni elettriche: le multiutility venete contro il monopolio Enel

Il presidente di Agsm Aim Federico Testa raccoglie l’appoggio di Ascopiave, Bim e Anci Veneto. La lettera aperta: «Vicinanza ai territori dando vita a soggetti industriali abbastanza grandi e solidi». E’ una partita che vale 800 milioni di euro

Maurizio Caiaffa
L'impeto dell'acqua dalla diga di Auronzo
L'impeto dell'acqua dalla diga di Auronzo

Sulle concessioni idroelettriche e su quelle per la distribuzione elettrica alcune importanti aziende pubbliche di servizi locali del Veneto provano a fare fronte comune contro la probabile proroga ventennale a favore di Enel. È una battaglia anti monopolista e in nome dei territori che nei mesi scorsi ha provato a lanciare Federico Testa, presidente di Agsm Aim di Verona e Vicenza, che ha trovato l’appoggio della trevigiana Ascopiave. Vengono invocate le gare, a cui le aziende pubbliche locali potrebbero partecipare in concorrenza con il colosso nazionale dell’energia.

Ora il rilancio: martedì è in programma un (insolito) evento in streaming a cui parteciperà anche Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente dell’Anci Veneto, mentre al sostegno di Ascopiave si è aggiunto quello della bellunese Bim. Annunciata la partecipazione di Confindustria Veneto, in particolare del presidente Raffaele Boscaini.

I valori sul tavolo sono ingenti: la stima è che fra concessioni idroelettriche e distribuzione elettrica l’Enel accumuli nel Veneto 800 milioni annui di margine operativo lordo. Testa sostiene trattarsi di risorse finanziarie che potrebbero rimanere sul territorio, sia in termini di disponibilità in capo agli enti territoriali azionisti, sia come tariffe più basse dell’energia elettrica.

Nel Veneto le grandi derivazioni a uso idrolettrico sono 34, tutte in concessione all’Enel, che gestisce anche il business della distribuzione. Nelle altre regioni del Nord non è così, ad esempio in Lombardia anche A2A ed Edison hanno la propria fetta, come Iren in Piemonte. Sulle basi di questi presupposti il mondo delle multiutility venete cerca di saldare un’alleanza: Agsm Aim e Ascopiave già hanno aperto un tavolo tecnico per collaborare sulle fonti rinnovabili. E balza agli occhi che anche Ascopiave deve fronteggiare nella distribuzione del gas il proprio super antagonista, vale a dire Italgas prossima all’acquisizione di 2i Rete Gas.

Martedì prossimo dovrebbe essere sottoscritta una lettera aperta dai toni netti: «Noi pensiamo – vi si legge – che la strada giusta sia quella della vicinanza ai territori, dando vita a soggetti industriali sufficientemente grandi e solidi da poter fare gli investimenti necessari». Non sarà facile, considerando gli interessi in gioco. La legge prevedeva che le concessioni in essere (quindi non solo quelle in capo a Enel) dovessero scadere nel 2025, ma l’ultima legge di bilancio ha stabilito una proroga ventennale. In queste settimane è in discussione il decreto attuativo, che peraltro prevede un passaggio in conferenza Stato Regioni.

Sulle concessioni per la distribuzione elettrica, comunque, a fine aprile si è espressa anche l’Antistrust. In generale esiste un tema di forti investimenti necessari a modernizzare le reti.

«L’Autorità osserva – si legge però nella lettera inviata al ministro dell’Ambiente – che un intervento di proroga delle concessioni fino a ulteriori venti anni appare incoerente con principi di tutela della concorrenza (...) L’esistenza nel mercato di una pluralità di imprese a scala efficiente condurrebbe viceversa a migliori risultati (...) riducendo le asimmetrie informative sui costi che ostacolano una corretta regolazione e, in ultima analisi, la riduzione delle componenti regolate delle bollette».

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