Collegamento ferroviario Verona-Catullo-Lago di Garda, presentato lo studio di fattibilità
Regione Veneto e Rfi ci credono: l’opera, dal valore di quasi 1,4 miliardi, dovrebbe collegare la zona orientale del Lago di Garda con aeroporto e città. Ma le tempistiche sono incerte

Il progetto per la bretella ferroviaria che collegherà l’aeroporto Catullo con la stazione di Verona e con il Garda “entra nella fase operativa”: parola di Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto. E’ stato infatti presentato, a Verona, lo studio di fattibilità dell’opera, la cui prima ideazione risale al 2003, anno in cui venne presentato il progetto preliminare di Rfi, Rete ferroviaria italiana. L’idea originale prevedeva l’aggiunta di nuove stazioni sulla linea Verona-Mantova, proprio con l’obiettivo di aggiungere un collegamento ferroviario per l’aeroporto.
La presentazione dello studio di fattibilità
Negli anni seguenti il progetto non fu mai realizzato: nonostante alcune proposte della Regione, Rfi non considerò conveniente dal punto di vista economico la realizzazione del progetto. L’esigenza di un collegamento tra l’aeroporto e Verona e provincia è però rimasta. Nel 2021 i comuni di Villafranca e Sommacampagna, coinvolti nel progetto, presentarono una delibera per spingere la realizzazione dell’opera. Anche il Comune di Verona ha più volte sollecitato, nel corso degli anni, azioni concrete da parte di Regione e Rfi. A dicembre 2024, attraverso una delibera approvata da 29 consiglieri (solo tre gli astenuti) era stata infatti inviata una sollecitazione per invitare gli enti coinvolti ad accelerare i lavori.
Una prima risposta è arrivata con la presentazione dello studio di fattibilità, che modifica alcuni aspetti rispetto al progetto inziale. Saranno due i nuovi tratti: il primo, a doppio binario, collegherà l’aeroporto Catullo le linee Verona-Mantova e Brescia-Verona. Il secondo tratto, con linea a binario semplice, partendo dalla tratta Brescia-Verona si diramerà verso la sponda est del Lago di Garda. Come spiegato da De Berti era stata Rfi, nel luglio del 2020, a proporre di collegare il Catullo con una zona più ampia del Lago di Garda, senza limitarsi a quella dei parchi divertimenti di Gardaland e Movieland, che presenteranno comunque fermate distanti solo dieci minuti a piedi.
Costi e benefici dell’opera

L’intervento comporterà un costo complessivo di quasi 1,4 miliardi di euro, di cui 800 milioni per garantire il treno tra aeroporto e stazione e 585 per quello tra Catullo e Garda. Un investimento, che secondo le stime di Rfi e Regione, dovrebbe essere economicamente mirato: la posizione strategica della città e il tipo di utenza del Catullo rappresentano una garanzia in questo senso. L’89 percento delle persone che raggiunge l’aeroporto di Verona lo fa infatti per motivi di turismo. Proprio per questo, il collegamento ferroviario offrirebbe un servizio più rapido per il turista. Si aggiunga poi la sostenibilità del trasporto ferroviario. Come spiega Elisabetta Pellegrini, coordinatrice della Struttura Tecnica di Missione per l'indirizzo strategico per il Mit, “il progetto favorisce un turismo avanzato”, riducendo sensibilmente il trasporto su gomma.
Il Catullo, oggi, dispone solo di due collegamenti via autobus, uno con la città e l’altro con il Garda. Il collegamento ferroviario con la zona del Garda, secondo le stime dello studio di fattibilità, oltre a fornire mezzi più frequentemente, accorcerà sensibilmente i tempi di percorrenza. Si risparmieranno circa 20 minuti rispetto al trasporto privato e 67 rispetto a quello via bus. Stimato un risparmio di pochi minuti anche per il collegamento stazione-aeroporto.
Sulla strategia di realizzazione Pellegrini ha sottolineato la necessità di realizzare in maniera funzionale i nuovi collegamenti: “Dal punto di vista temporale è giusto che l’opera venga realizzata in lotti. Per farla funzionare è però necessario che sia un unicum, in modo che non si perda la peculiarità del sistema di trasporto”.
De Berti, invece, non si sbilancia sulle date dell’inizio dei lavori. “L’iter per l’avvio dei lavori”, spiega l’ingegnere Pietro Bruni della Direzione investimenti di Rfi, “è lungo e imprevedibile. Ma da quando si cominciano i lavori serviranno almeno tre o quattro anni per il primo tratto”. Per le tempistiche complessive Pellegrini ha invece dichiarato: “Potrebbe essere che da qui a dieci anni avremo accesso a questa infrastruttura”. Come ribadito da Regione e Rfi lo studio di fattibilità, però, è tutto tranne che definitivo: il confronto con gli attori locali potrebbe comportare modifiche strutturali, e di conseguenza allungare i tempi di realizzazione.
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