Brennero, l’esposto del Codacons: «Il Mit riapra la gara per la A22»

Il documento all’Agcm, all’Anac e alla Corte dei Conti. «Per la Ue rinnovi e affidamenti diretti violano la concorrenza»

Roberta Paolini

Il dossier della concessione della A22 torna al centro della scena. Secondo quanto risulta il Codacons ha depositato un esposto con un’accusa pesante: il Decreto n. 92 del 27 giugno 2025, con cui il Ministero dei Trasporti ha sospeso la gara per la concessione dell’Autobrennero a tre giorni dalla scadenza delle prequalifiche, equivale a una proroga “sine die” in favore dell'attuale concessionario Autostrada del Brennero.

L’associazione ha depositato l'esposto all’Agcm, all’Anac, alla Corte dei Conti e un’istanza al Ministero, chiedendo l’annullamento in autotutela del provvedimento e il ripristino della competizione.

La società che gestisce l’A22 è a maggioranza pubblica – oltre l’84% del capitale – ma formalmente privata. Amministra la tratta in regime di proroga dal 30 aprile 2014, con utili pari a 98 milioni nel 2024 e oltre 800 milioni complessivi dal 2014.

Bruxelles ha ripetutamente ricordato che rinnovi e proroghe dirette violano i principi Ue di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento; eppure la gestione è rimasta in capo ad Autobrennero. Per ricondurre a gara la concessione, nel 2022 la società ha presentato al Mit una proposta di project financing, ritenuta ammissibile, dalla quale è scaturito il bando del dicembre 2024.

Dentro il bando, la clausola più controversa: il diritto di prelazione a favore di Autobrennero, cioè la facoltà di subentrare all’eventuale aggiudicatario alle stesse condizioni. Una prelazione, però, espressamente subordinata al parere della Commissione europea.

Nel 2025 Autobrennero ha impugnato il bando davanti al Tar del Lazio, contestando proprio il vincolo al giudizio Ue. Il Tribunale ha respinto la sospensiva, consentendo la prosecuzione della gara. In parallelo, la Dg Grow della Commissione ha espresso parere negativo, ritenendo la prelazione incompatibile con concorrenza, trasparenza e parità di trattamento.

Nonostante ciò, invece di procedere senza prelazione, il Mit ha sospeso l’intera procedura con il Decreto n. 92/2025, prorogando lo status quo.

Per il Codacons, il combinato disposto tra sospensione della procedura e proroga ultradecennale, integra una violazione delle direttive su concorrenza e appalti e può configurare un aiuto di Stato, con potenziali profili di danno erariale.

L’associazione estende il fuoco anche all’A4 Brescia–Padova: secondo le dichiarazioni del Ministro dei Trasporti, dal 1° gennaio 2027 la concessione verrebbe affidata in house a Concessioni Autostradali Venete (Cav), senza gara pubblica. Una scelta che, sottolinea il Codacons, elude gli impegni europei, restringe l’accesso di nuovi operatori e pregiudica i benefici attesi in termini di efficienza, investimenti e qualità del servizio.

Il quadro che emerge, secondo il Codacons, sarebbe quello di una «nazionalizzazione di fatto» si leggerebbe nell'esposto: sull’A22 la gara nasce, inciampa sulla prelazione, viene bocciata da Bruxelles e infine si ferma; sull’A4 si annuncia l’affidamento diretto. In entrambi i casi la bussola europea – concorrenza e trasparenza – risulta disallineata, è la conclusione dell'associazione.

La richiesta finale è annullare in autotutela il Decreto del Mit, riaprire la gara per la concessione A22 depurandola da clausole incompatibili con il diritto Ue e rimettere il mercato al centro. Per le casse pubbliche e per gli utenti e cittadini che pagano pedaggi, conclude il Codacons, l’antidoto alle proroghe e agli affidamenti diretti è una competizione vera: regole chiare, tempi certi, vincitori selezionati sul merito.

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