InfoFactory, occhio sul web aperto dall’ateneo di Udine

UDINE. Un concorso tentato all’ultimo minuto. Tanto ultimo che il nome dato al progetto era stato scelto prendendo in prestito quello di uno dei suoi fondatori. Omero. Un nome, una promessa. Che ai vincitori della Start Cup 2003 ha portato fortuna.
A 15 anni dalla vittoria della competizione dedicata dalle università alle migliori idee imprenditoriali ad alto contenuto d’innovazione, Omero e colleghi sono ancora in viaggio insieme. Lo spin off universitario ha funzionato.
Oggi è un’impresa. Nome: InfoFactory. Core business: web social intelligence, mobile software, internet of things e web software e-commerce. Scandagliare internet In origine il progetto si proponeva di monitorare web e social media per analizzare quel che di un’azienda si diceva sul web, per misurarne insomma la reputazione. Allora non lo faceva quasi nessuno.
Scandagliare il web per intercettare informazioni utili a definire la strategia di comunicazione e marketing di un’azienda era un’occasione tutta da esplorare, un’innovazione nel modo di assumere informazioni utili alla successiva definizione di nuove strategie, ad esempio di marketing. Non a caso il progetto Omero sbancò nella competizione universitaria, arrivò primo in provincia di Udine e si vide consegnare l’assegno da 15mila euro nientedimeno che da Rita Levi Montalcini. Doppia soddisfazione.
«Grazie a quelle risorse abbiamo acquistato i primi macchinari», ricorda Paolo Omero, amministratore delegato di InfoFactory. Allora, al pari di quelli che poi sarebbero divenuti i suoi soci, Omero lavorava per il laboratorio di intelligenza artificiale di Carlo Tasso, ordinario di Sistemi Informativi, Ingegneria del Software, Intelligenza Artificiale all’Università di Udine.
«Fu lì - continua l’ad - che riuscimmo a costruire diversi sistemi software per il monitoraggio del web, arrivando poi a presentare quel progetto a Start cup». Con lui c’erano Massimiliano Valotto e Nello Polesello. Tutti assegnisti di ricerca al laboratorio. Trentenni. Anno più, anno meno. Nessuno immaginava di restare a lavorare in ambito accademico per sempre.
Stretta di mano al Nobel Nessuno si sarebbe però aspettato che dalla stretta di mano al premio Nobel alle prime commesse sarebbe passato tanto poco tempo. L’azienda non era ancora nata - bisognerà aspettare il 2005 perché legalmente veda i natali - che i primi clienti già bussavano alla porta. Omero e compagni li gestiscono con il supporto di Friuli Innovazione.
Tempo di mettere in piedi l’azienda, perfezionare (dopo non poco studio) il business plan e aprire i battenti nel parco scientifico di Udine. Infofactory è la prima impresa ad insediarsi nel parco dove ancor oggi è operativa, con sette persone, tra soci e dipendenti.
«I primi clienti si sono rivolti a noi per il monitoraggio della rete, poi hanno visto che avevamo altre competenze e pian piano abbiamo esteso i servizi dal web intelligence ai sistemi software - prosegue Omero -. Abbiamo avuto l'opportunità di lavorare in progetti per aziende (Ferrari, Snaidero, Candy, Genertel tra le altre) ed enti pubblici (ospedali, università, Comuni, consorzi di promozione turistica)».
È firmato InfoFactory, ad esempio, il sistema gestionale dei concorsi pubblici della sanità in Fvg, oppure la app “Udine vicina”, che integra in modo automatico una serie di informazioni, dai servizi di mobilità alla disponibilità in tempo reale di parcheggi e bike sharing, dai percorsi turistici alle informazioni sugli spettacoli ed eventi in città. Altro esempio è il portale dei servizi ambientali di Idealservice, dove i cittadini possono accedere a tutte le informazioni sui servizi di raccolta offerti dal proprio Comune.
La pubblica amministrazione vale circa il 20 per cento del fatturato, contro l’80 dei privati. Il mercato è per lo più locale, con qualche puntata in altre regioni italiane ma anche all’estero, Usa compresi. «Siamo rimasti una piccola realtà», dice con modestia Omero. Rapporto con l’università A presiedere la società è Carlo Tasso. «Ci siamo tutti laureati con lui e con lui abbiamo avviato l’impresa», racconta ancora l’ad testimoniando un rapporto con l’Università che non è solo stato determinante in fase di avvio della start up, ma continua ad esserlo ancora oggi.
Per sviluppare nuovi progetti, anche inter ateneo, partecipiamo a progetti di ricerca di livello nazionale ed europeo dove, assieme ad altri partner, utilizziamo le nostre competenze per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche da applicare in diversi settori - conclude Omero -. Al momento stiamo collaborando tre Università, tra Macerata, Londra e la Spagna per lo sviluppo di un programma di e-learning per aiutare gli insegnanti di medie e superiori a progettare la didattica. Un progetto ambizioso al quale contribuiamo con il software».
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