Viticoltura e pharma: acido ialuronico dalle vinacce di Glera
Il risultato è frutto delle ricerche dell’Università di Ferrara che per il progetto ha potuto utilizzato le vinacce provenienti dalla cantina Perlage di Farra di Soligo

Le vinacce di Glera biologica possono essere trasformate in una risorsa per la produzione di acido ialuronico. Ad arrivare a questo importante risultato, che potrebbe rivoluzionare il mondo della viticoltura, è stata l’equipe di ricerca dell’Università di Ferrara che, per il progetto, ha potuto usufruire delle vinacce provenienti dalla cantina Perlage, l’azienda trevigiana di Farra di Soligo specializzata nella produzione di vini biologici.
La ricerca dimostra, per la prima volta, che le vinacce di Glera biologiche, il vitigno a bacca bianca da cui si ottiene il Prosecco, possono diventare un elemento fondamentale nella realizzazione di acido ialuronico ad alto peso molecolare, una sostanza molto richiesta nei settori cosmetico, farmaceutico e biomedicale.
Il progetto ha coinvolto un gruppo multidisciplinare di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, tra cui Irene Gugel, Filippo Marchetti, Ilenia Gugel, Anna Baldisserotto, Giulia Scoponi, Marco Scoponi Stefania Costa, Stefano Manfredini e Silvia Vertuani, in collaborazione con Advanced Polymer Materials srl e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Partendo dalle vinacce biologiche di Glera DOC e DOCG fornite da Perlage, il team ha sviluppato un processo biotecnologico innovativo, basato su un approccio a tre fasi, che ha permesso di ottenere un brodo fermentativo ricco di zuccheri.
Questo substrato è stato utilizzato per la crescita del batterio Streptococcus zooepidemicus, produttore naturale di acido ialuronico. «Siamo davvero molto orgogliosi di aver creduto sin dall’inizio in questo progetto – commenta Anna Nardi, in rappresentanza di Perlage –. Questa iniziativa scientifica incarna perfettamente la nostra visione di un futuro in cui il vino non è solo un prodotto, ma il simbolo concreto di un modello di economia circolare e di rispetto per la natura».
L’importante risultato scientifico raggiunto dal team di ricerca ha avuto anche un riconoscimento internazionale: è stato pubblicato sull’International Journal of Biological Macromolecules.
Riproduzione riservata © il Nord Est