Vendite Ovs a 1,63 miliardi: «Dai dazi un’opportunità»

L’Ad Beraldo: «I dazi imposti sui paesi asiatici stanno determinando una maggiore disponibilità da parte dei fornitori verso clienti europei»

La redazione
L'ingresso di un negozio di abbigliamento della catena Ovs.
L'ingresso di un negozio di abbigliamento della catena Ovs.

Le principali insegne, Ovs ed Upim, hanno registrato un’ottima performance nel corso del 2024. Anche Stefanel ha mostrato una decisa crescita, con un secondo semestre in accelerazione grazie alla nuova direzione stilistica.

Le vendite nette del Gruppo Ovs, approvate ieri dal Cda, hanno registrato complessivamente un aumento del 6,2% a 1,63 miliardi.

L’incremento nelle vendite ed il miglioramento del margine commerciale hanno generato un margine operativo lordo rettificato dell’esercizio di 195,3 milioni (+7,2%). L’utile netto rettificato è stato pari a 77,9 milioni (+2,6%).

«Nel mondo dell’abbigliamento il principale driver di crescita si conferma ancora una volta l’offerta rivolta al mondo femminile», ha commentato dell’amministratore delegato Stefano Beraldo, «con particolare apprezzamento per le collezioni rivolte alle giovani, come dimostrato dall’eccellente risultato del brand B-Angel. In crescita fatturato e margini anche dell’abbigliamento uomo e kids. Per il secondo anno consecutivo, il segmento beauty mantiene un trend di crescita a doppia cifra e si conferma un’importante leva di cross-selling grazie all’interesse generato verso il pubblico femminile».

Al 31 gennaio scorso l’indebitamento finanziario netto del gruppo rettificato era di 148,3 milioni. Il Cda ha inoltre deliberato di proporre all'assemblea degli azionisti il pagamento di un dividendo relativo all'esercizio 2024, pari a 0,11 euro per azione (+57%). Inoltre, ha approvato la prosecuzione dell'attuale piano di buyback per ulteriori 10 milioni. Guardando al futuro, la società veneziana della moda prevede una marginalità in ulteriore crescita nel 2025, mentre in relazione ai dazi sulle esportazioni in Usa, l'assenza di vendite nel mercato americano rende Ovs non esposta. Parallelamente, specifica il Gruppo Ovs, «i dazi imposti sui paesi asiatici stanno determinando una maggiore disponibilità da parte dei fornitori verso clienti europei, creando opportunità di approvvigionamento più favorevoli».

L’esercizio ha visto investimenti per 95 milioni, comprensivi di 15 milioni per il completamento di progetti di innovazione tecnologica. In particolare, è stato attivato l’impianto per il riutilizzo dei capi in ottica di economia circolare in Puglia, ed è stata completata l’installazione delle nuove casse smart che consentono una completa integrazione tra negozi fisici e digitali.

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