Trieste Marine Terminal, traffici in aumento e nuovi investimenti

Salgono a 40 i collegamenti dal Molo VII al Centro ed Est Europa. L’ad Selvatici: «Altri 100 metri di banchina per ormeggiare più navi oceaniche»

Elena Del Giudice

TRIESTE. Un incremento del 10% del traffico merci su rotaia, destinato a salire ulteriormente, per Tmt, Trieste Marine Terminal, uno dei maggiori protagonisti nel panorama logistico e dei trasporti intermodali italiano, che ha attivato un nuovo collegamento ferroviario tra il Porto di Trieste e Norimberga.

Il collegamento va a sommarsi a quelli già operativi da e per il Molo VII di Trieste con il Centro e l’Est Europa, che restano i principali mercati di riferimento di Tmt.

A oggi sono 40 i collegamenti su base settimanale e hanno, come principali Paesi collegati, Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Ma non mancano le reti con l’Italia, anche queste in aumento, con 3 coppie di treni settimanali su Milano, e altre 3 coppie sul terminal di Padova attivate nel secondo trimestre 2020, un collegamento, quest’ultimo, che consente alle aziende importatrici ed esportatrici del Veneto, di connettersi ai servizi oceanici diretti che scalano sul Porto di Trieste, l’unico terminal dell’Adriatico che accoglie questo tipo di servizi.

«Nel 2020 Tmt ha operato complessivamente 3.242 treni movimentando circa 190.000 teu (twenty-foot equivalent unit – containers) via ferrovia ed il trend 2021 mostra un incremento del 10% - dichiara Stefano Selvatici, ad di Tmt -. Abbiamo ancora ampie possibilità di sviluppo perché le aree geografiche di riferimento evidenziano percentuali di crescita rilevanti ed i volumi degli scambi commerciali dei paesi di riferimento lo dimostrano. La capacità ferroviaria di Tmt è in grado di poter operare circa 7.000 treni all’anno, quindi ci sono le condizioni, e anche la volontà, di continuare a crescere».

Un percorso che passa attraverso investimenti, in via di definizione con l’Autorità di Sistema Portuale, tra cui «l’allungamento della banchina di altri 100 metri» annuncia Selvatici, che si sommano agli attuali 770. «Grazie a questo intervento potremo ormeggiare contemporaneamente due navi oceaniche della maggior dimensione oggi esistente; ciò non sarà solo merito di pali e calcestruzzo, ma anche delle caratteristiche del golfo di Trieste che vanta un pescaggio superiore ai 17 metri».

A questi investimenti si aggiungeranno quelli destinati alle gru necessarie per poter operare le navi portacontainer di nuova generazione e poter movimentare in modo più efficiente i container in piazzale.

Trieste si conferma un porto strategico rispetto ai principali competitor del Nord Europa, perché «la percorrenza chilometrica per raggiungere le principali destinazioni dell’Europa Centro Orientale, è inferiore», sottolinea l’ad di Tmt.

Mentre il trasporto ferroviario sta assumendo sempre più importanza, anche per il minor impatto ambientale. «Operando con i treni contribuiamo concretamente alla riduzione delle emissioni di CO2 - rimarca Selvatici -. Rispetto ai collegamenti su strada, utilizzando le linee ferroviarie, nel solo 2020, la riduzione di CO2 è pari a 21.000 tonnellate. Inoltre una nave portacontainer, per raggiungere il Molo VII rispetto ai principali porti del Nord Europa, impiega 4/5 giorni di navigazione in meno, risalendo l’Adriatico da Suez invece di circumnavigare l’Europa, l’ulteriore risparmio di CO2 è stimabile in 7.900 tons di CO2 a scalo».

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