Top 500 Udine, il leader degli industriali Petrucco: il Friuli dovrebbe agganciare il suo ruolo economico a quello di Trieste
Il vicepresidente di Confindustria Udine vede margini di crescita. Costi alle stelle e competitività gli altri temi trattati nel colloquio

Costi di energia e materie prime, transizione ecologica, bonus edilizi, rappresentanza e attrattività delle imprese. Sono i temi principali trattati nel colloquio tra il direttore del Messaggero Veneto e Piccolo Omar Monestier e il vice presidente vicario di Confindustria Udine Piero Petrucco, nell’ambito dell’evento Top 500 svoltosi nello showroom di Moroso a Tavagnacco.
Quella di Petrucco è stata una delle prime uscite pubbliche dopo l’investitura al ruolo di vertice in Confindustria, avvenuta alla fine di dicembre. E le sue parole hanno lasciato alcuni spunti di riflessione importanti, soprattutto in vista delle strategie future da adottare. Che tipo di rappresentanza ha e avrà Udine all’interno del sistema regionale, è stata la domanda di Monestier.
E Petrucco è parso avere le idee chiare in proposito. «Udine, con la sua provincia, rappresenta il 43% del Prodotto interno lordo del Friuli Venezia Giulia, credo che sia necessario - ha affermato - quindi riuscire a rappresentare questa importante parte. Ritengo ci siano alcune relazioni da mettere un po’ a posto, ci stiamo lavorando. E penso che Udine debba agganciare il suo ruolo economico a quello di Trieste, che grazie allo sviluppo del suo porto ha fatto passi in avanti.
Non ci piace la parola “retroporto”? Va bene, usiamo “abbinamento”, ma la sostanza non cambia. Possiamo pensare ad Amburgo, per esempio, il cui retroporto si estende per 90 chilometri all’interno, ben di più della distanza che c’è tra il capoluogo giuliano e la provincia udinese. Ma Trieste oggi ha opportunità che il Friuli da solo non può avere. E si tratta di un trend di medio lungo periodo, di una situazione destinata a durare nel tempo».
Intanto però, sul sistema industriale incombe la spada di Damocle dei costi dell’energia e delle materie prime, che rischiano di ripercuotersi pesantemente sulle tasche degli imprenditori e dei cittadini-consumatori.
«Sono già delle emergenze - ammette Petrucco - i numeri sono impressionanti, l’elettricità è aumentata di 7 volte rispetto ad appena 12 mesi fa. Come si può contrastare questo trend? Le armi dei singoli e delle associazioni temo siano molto limitate. Dovrà intervenire lo Stato, il governo, con investimenti indirizzati a costruire una maggiore autonomia energetica, puntando sulle rinnovabili e con la ripresa della produzione di gas italiano. A noi spetta il compito di sensibilizzare la classe politica, far capire quanto sia importante questa cosa».
Petrucco condivide l’idea che la cosiddetta transizione energetica non sarà indolore. «Mi piace l’approccio al tema del ministro Cingolani - spiega il vice presidente vicario di Confindustria - anche se un po’ brutale, ma efficace. Ma dobbiamo dire che la transizione ha un costo, sia economico che sociale. Bisogna provare a realizzare i nostri prodotti, dalle costruzioni alla manifattura, con impatti meno energivori degli attuali».
Da imprenditore delle costruzioni (Petrucco è presidente della Icop di Basiliano, una delle imprese leader nel settore) il vice presidente degli industriali esamina il sistema dei bonus edilizi. «Sono una grande opportunità - osserva -, ma sono stati male interpretati, solo come vantaggio fiscale e non con l’obiettivo, che dovrebbe essere prioritario, dell’efficientamento degli immobili, visto che il nostro patrimonio edilizio è vetusto e ha bisogno di riqualificazione. Adesso comunque il governo ha adottato alcuni accorgimenti che a mio avviso sono utili».
Infine uno sguardo al futuro. «Il nostro impegno - conclude - è quello di tornare attrattivi per i giovani. Vogliamo far capire ai ragazzi cosa voglia dire fare oggi impresa».
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